Nord e Sud - anno VII - n. 6 - luglio 1960

ipotesi artistica, si vota all'impegnò propagandistico e· didattico· di cui, l'abbiamo detto, riesce a comporre una efficace forma scenica. L'arte è un inezzò per lo scopo politico : non è più l'equazione dadaistica ·arte-sterco, ma ritorna in tal modo, sotto forme diverse, il furore avanguardistico, l'impulso sentimentale del s·uo giovanile passato dadà. Ecco, è la mancan~a di prospettiva che snatura la realtà (realtà che si configura comunque· in una N eue Sachlichkeit delle più valide): manca al materjalismo storico di Piscator, come ha perfettamente intuito Vito Pandolfi, l'appoggio di « un •materialismo dialettico meno superficiale del solito ». Proprio questa assenza di maturità nel regista impedì allo spettatore di ritrovarsi s·ulla scena, nonostante la precisione cronachistica dei riferimenti smuovesse accesi dibattiti anche in virtù dell'intento propagandistico e, nel senso migliore, provocatorio. Ed è proprio a questo intento che Piscator in~ siste nell'attribuire le sue conquiste tecniche, strettamente connesse alla sua ideologia (nel 1919 s'era iscritto alla Lega di Spartaco ·e quindi al Partito Com-unista Tedesco): difatti egli ·le considera impossibili senza « il· fondamento biologico del socialismo rivoluzionario » ed afferma ancora che l'idea politica e l'espressione artistica non sono separabili, polemizzando con la stampa borghese del te~po che « faceva il tentativo di trasferire sul piano estetico rurto politico diretto contro la sua classe e di valorizzare criticamente, con misure artistiche che erano prese a prestito a un'epoca sorpassata, qualcosa p~r cui in quel momento non· esistevano ancora nè termini di paragone nè misure correnti». Vi son~ episodi toccanti in questa autobiografia corredata di note, pezze d'appoggio, documenti, ordini del giorno e da un ampio materiale fotografico: ricorsi di fallimento, processi,. debiti pagati rivendendo le· vecchie condutture dell'acqua, mortificazioni, attacchi personali ed anche disillusioni inaspettate. « ,C'i rivolgemmo ad una serie di organizzazioni come il Partito Comunista e la Lega dei combattenti del Fronte rosso ecc. ..·. con la preghiera di assegnarci 200 compagni per i cori delle ··Canzoni ai piedi della forca. · Come prima risposta ricevemmo una dichiarazione della s·ezione sindacale del partito che era in contrasto con i principi sindacali del partito· far partecipare elementi non pagati a rappresentazioni teatrali. t strano · il fatto che questo punto di vista non fosse -mai stato sostenuto q-uando si era- trattato della mia collaborazione· a rappresenfaziorii teatrali de]· partito ». Dal Teatro sul fronte di guerra al Teatro Proletario, dal Teatro Centrale alla Scena del Popolo, alle due edizioni del Teatro di Piscator, è un appas~ sionante testimonianza, questo decennio, di apostolato in nome del teatro che trova pochi .riscontri. Con la _sua lezione., restano· i ricordi dell'uomo, ed i ricordi di alcuni spettacoli esemplari: quanto. ·vi t-c.oi:inesso è. narra~q-_senza sfrontatezze o risentimenti, con la rassegnazione e la malinc;onia dell'intellettuale alle prese con problemi extrartistici, con il puntiglio del fanatico convinto di essere nel giusto e dell'inevitabilità degli ostacoli... Resta ancora il disappunto di non aver potuto realizzare l'edificio adatto, quel « teatro totale » ideato con Walter Gropius che avrebbe risolto tecnicamente il suo affanno estetico.:. Ricordi, intessuti di costante speranza .... una fede illimitata, una volontà di ferro· e, sopratutto, la coscienza dei propri errori-. 127 "' ' Biblioteca Gjno Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==