comunità scelta da Banfield un « campione n che, per un lettore informato della diversificazione in corso della realt~ meridionale, deve necessariamente suscitare qualche perplessità. Come cc Montegrano », ovviamente, vi sono ancora molti paesi, e specialmente nelle zone appenniniche; ma non può dirsi che tutto il Mezzogiorno presenti lo stesso disperato è catastrofico bilancio. Del resto anche a cc Montegrano » - ed è proprio B~nfìeld a riconoscerlo - per molti aspetti la situazione denuncia sensibili miglioramenti: il calo della mortalità e della natalità hanno anzitutto contribuito a dare maggiore sicurezza, almeno rispetto alla continua apprensione per il futuro, caratteristica di ogni comunità rurale arretrata. Che poi oggi alla povertà di sempre si sia aggiunta la coscienza di questa povertà, non crediamo che in ciò possa scorg.ersi un fattore nega~ivo; anzi, al co,ntrario, questa conoscenza è un incentivo a quei ferm•enti che prima o poi finiscono per assumere una loro voce precisa, traducendosi in una continua azione di pressione per un rinnovamento totale delle vecchie strutture. Fino a che punto è ancora ammissibile quella perplessità che lo stesso Verga non esitava a manifestare nell'introduzione a « I Malavoglia »; sino a che punto cioè_ « le prime irrequietudini pel benessere, « l'accorgersi che no11 si sta bene o cl1e si potrebbe star meglio» sono veramente cc una ... perturbazione ... in una famigliuola vissuta sino allora ... relativamente tranquilla »? Tutto sta nel modo di intendere quella « tranquillità >>, che 110n se1npre (e no11 è il caso .di Verga) riesce a nascondere la prospettiva più o meno letteraria di chi nelle case ci guarda pago di contemplare il ritmo esteriore di una vita sempre eguale nei suoi sche1ni remoti, accettata - sembra - con una pazienza che ci si ostina a scambiare per saggezza. Oggi sappiamo, lo abbiamo visto, che cc non sempre il denaro è la cocaina del popolo, ma il primo mezzo per la sua civilizzazione » 76 • E stata proprio questa coscienza, questo aver appreso in tutta la sua drammaticità la miseria della propria condizione di uo,mini, insomma questa aspirazione a cc star meglio », a mettere in movimento il mondo contadino, a liberarlo dalle sovrastrutture, dai residui folcloristici, dal peso di consuetudini trasn1esse ed accettate per stanchezza, vive soltanto per le co11tinue sollecitazioni di un ambiente miseramente chiuso alla storia. Questa prima prepotente incontenibile aperta rottura è ve76 REA, Introduz. a Lettere della Provincia (Roma, 1957), pag. 15. 56 BibliotecaGino Bianco •
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