generale e dei siciliani in particolare, non ci si può stupire del fatto che fuori d'Italia, nei paesi più seri e civili, un Danilo Dolci possa trovare più credito di quanto ne abbiano trovato ai loro tempi Franchetti e Sonnino; nè ci si può stupire del fatto che sulle forze italiane deltordine pesi un giudizio poco lusinghiero e che si dica di esse che sono borboniche e che commettono soprusi. E tuttavia questo giudizio è spesso ingeneroso e ingiusto, perchè in Sicilia muoiono i sindacalisti come Carnevale e anche i commissari come Tandoj. La verità è che sono in Sicilia le cc autorità » politiche a pretendere dalle forze dell'ordine interventi o non interventi che poi danno luogo a giudizi poco lusinghieri sui carabinieri e sulla polizia. Non è pertanto chiedere troppo se si esortano i ministri degli interni a irnpedire che « autorità » politiche siciliane interferiscano >nell'attività delle forze che devono tutelare l'ordine pubblico; e che certo potrebbero dedicarsi con maggiore impegno e successo alla lotta contro le associaziorii a delinqu,ere se non fossero chiamate a perdere te1npo, e ad acquistare ilnpopolarità, per i digiuni dei populisti e per i sequestri dei giornali che, com.e la rivista tedesca di Troeller, « parlano male della Sicilia » • QUERIMONIE SULLA STAMPA napoletana per un avviso che sarebbe stato inserito sulla· stampa del Nord da un'impresa anonima in cerca di ingegneri: sembrerebbe infatti che quest'avviso avvertisse di non presentarsi neanche, qualora ci si fosse laureati nelle Università di Napoli, di Bari o di Palermo. Ora, sarebbe interessante sapere se veramente esiste la ditta che ha fatto pubblicare l'avviso in questio,ie; e questo soprattutto per conoscere i motivi che avrebbero dettato una così drastica preclusione nei confronti degli ingegneri laureati nelle università meridionali. · Generico razzismo? O non piuttosto, come suggerisce la pagina napoletana de « Il Tempo », una « constatazione delle gravi deficienze dell'istruzione superiore tecnica nel Nlezzogiorno »? A favore della seconda ipotesi militano le proteste degli studenti e dei loro organismi rappresentativi che da tempo denunciano queste cc gravi deficienze »: dai prof essori che non fanno lezione ai gabinetti scientifici che non dispongono di tutto quello di cui dovrebbero disporre. Ma cootro questa seconda ipotesi si potrebbe addurre poi che, a quanto ci dicono - e si tratta di fonte attendibilissima - almeno per ciò che riguarda il Politecnico di Napoli, la piaga dei professori che non fanno lezione è stata risanata e le deficienze dei gabinetti scientifici non sono più gravi di quelle che altrove non si è riusciti ancora a colmare. Si dovrebbe dunque concludere che o la secon,da ipotesi è fondata sulle deficienze di Bari e di Palermo, che sono tali da aver coinvolto anche Napoli . nel giudizio negativo sugli irigegneri meridionali, oppure è alla prima ipotesi, quella di un generico pregiudizio razzista, che si dovrebbe tornare per spiegarsi la preclusione dell'avviso contro i laureati delle tre università meridionali. Ma non sarebbe strano scoprire poi che l'avviso che ha dato luogo alle polerniche non esiste. In una corrispondenza di Giorgio Bocca su « L'Europeo », sono state attribuite infatti a taluni studenti baresi espressioni di protesta contro gli atteggiamenti <e altezzosi» che i settentrionali assumono nei 90 Bibliotecaginobianco
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