valgono per chi ne accetti a priori la d·isciplina ... L'episodio inquieta tutti gli spiriti equi, sereni e liberi. [/na società laica, rispettosa di ogni istituzione confessionale, non può accettarne le inframmettenze e gli interventi, nè può, senza opposizione, assistere ad una sia pur occasionale capitolazione di quei poteri civili che hanno il compito preciso, giuridico e morale, di tutelare la libertà e l'espansione della cultura e del pensiero ». Si rende conto di ciò il commissario pre-fettizio Correra, che è prima di ogni altra cosa un prefetto della Repubblica? Se ne rendono conto quegli uomini dell'amministrazione centrale e del governo (il Ministro della P. I., sen. Medici, per esempio) che, se non hanno interferito \nella questione (ma è difficile pensare il contrario), hanno oggi il dovere di far conoscere il proprio pensiero e di precisare le proprie ed altrui responsabilità? Se ne rendono conto soprattutto i membri del Consiglio di amministrazione e il sovrintendente Di Costanzo? Da questi ultimi, se si rendono veramente conto della gravità dell'episodio di cui oggi condividono la responsabilità, ci si sarebbe dovuti attendere l'unico gesto dignitoso ancora possibile: l'invio di una lettera di d·imissioni. Sta,ndo così le cose noi ponia1no chiara1nente l'alternativa: o si dànno le dovute garanzie di salvaguardia della tradizione di libertà di espressione artistica del Teatro San Carlo - e degli altri Enti lirici italiani - o, in mancanza di garanzie siffatte, alla stan1pa libera non rimane che chiedere il dirottamento dei fondi riservati alle consuete sovvenzioni verso destinazioni più produttive anche dal punto di vista della vi~a morale del paese, la quale, da episodi del genere, esce soltanto umiliata. Quanto al punto di vista della Curia napoletana, entrata in agitazione a causa delle gambe di un'artista, si è detto che essa è padrona di esprimere i propri giudizi e di invitare i fedeli ad adeguarsi ad essi; è giusto, ma, vorremmo aggiungere, che certi giudizi, ispirati dalla bigotta identificazione fra donna e peccato, non sono all'altezza di un cattolicesimo civile. IN UNA CORRISPONDENZA su cc IL G10Ri~o » Bernardo Valli ha riferito di un giornalista francese, Claude Troeller, il quale, dopo aver trascorso una settimana a Palma Montech-iaro (il paese dove ora gli amici Bruno Levi e Paolo Sylos Sabini han,no organizzato un importante convegno), ne ha scritto su una rivista tedesca, cc Stern », in questi termini: « Sono stato in India, in Cina, in Libano, ma ciò che ho visto a Pabna Montechiaro i miei occhi non lo potranno dimenticare molto facilmente » . Il giornalista si dimandava poi come niai l'Italia - che « è una nazione civile· ed è una -nazione iniportante » - possa « permettere tutto ciò ». Domanda, questa, che riecheggia di continuo dalle cronache, bianche e nere, che riguardano la Sicilia; ma che manda in bestia le « autorità », come i casi che han reso famoso Danilo Dolci insegnano. Ora, nel caso riferito da Valli, sembra che la rivista « Stern » che pubblicava il servizio di Troeller « fu tolta dalle edicole di Palermo ». Perr iniziativa di quale imbecille? Ci piacerebbe saperlo. Fino a quando avranno corso iniziative del genere e fino a quando il nonie degli imbecilli eh~ le concepiscono resterà ignoto e non potrà essere additato da italiani in generale e da siciliani in particolare al pubblico disprezzo degli italiani in 89 Bibliotecaginobianco
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