maestri all'effettivo fabbisogno delle scuole (sia pt 1re tenendo c,onto . delle perdite inevitabili); b) di una prof onda riforma degli stessi istituti magistrali; c) di una migliore organizzazione d elle carriere. Analoghe considerazioni andrebbero anche fatte con ri guardo al reclutamento degli insegnanti delle scuole di avviamento al lavoro e degli istituti professionali, che risulta oggi ancor più acci dentale e precario di quello dei maestri elementari. Una così vasta modifica della situazione attuale no n può, certo, essere realizzata in poco tempo, ma potrebbe per l o meno essere avviata realizzando per questo settore un programma di scuole speciali e di selezione preliminare del tipo di quello indicato nella prima parte di questo discorso. Si potrebbe così disporre di un primo nucleo di maestri più modernamente e compiutamente formati e più stabilmente impegnati nel lavoro della scuola. Grazie ad una politica di questo genere potrebbe ess ere, tra l'altro, possibile di allargare la base sociale di reclutamento dei maestri, la quale oggi risulta dannosamente limitata tra le classi della piccola borghesia e quindi povera rispetto alla fondamentale esperienza del lavoro manuale. Qualunque possa essere, tuttavia, la sorte di queste più radicali riforme, il miglioramento dei maestri e del loro rendimento può e deve essere subito conseguito sviluppando an1pliamente t 1na politica che si può forse considerare avviata, ma per ora soltanto in modo parziale e non sistematico. Questa potrebbe prendere il nome di politica della qu~lificazione continua e dovrebbe esser basata sul principio di impegnare regolarmente i maestri a partecipare ogni ann o a gruppi di lavoro, di volta in volta dedicati alla ricerca dei mig lioramenti conseguibili nell'uno o nell'altro settore dell'i11segnamento o allo studio dell'uno o dell'altro problema che la scuola presenta. So che tale suggerimento provoca nei più una reazione scettica, basata sulle negative o povere conclusioni ricavabili - a quel che sembra - dall'esperienza fatta finora al riguardo. Tale rea zione scettica può essere anche valida in molti casi, ma la sua generali zzazione è certamente assurda. Essa, tuttavia, dovrebbe, a mio avvis o, portare a concludere non sulla inutilità della qualificazione dei maestri nel corso della loro attività, bensì sulla inutilità di limitarla ad ·interventi sporaradici, non coordinati e con preparazione insoddisfac ente. . Sono convinto che se questa della qualificazione continua dei maestri potesse diventare una essenziale attività della nos tra organizzazione 83 Bibliotecaginobianco
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