politico-parlamentare dei cc relazionifìci » confindustriali, è ormai un dato non più modificabile. Ad alcuni suoi più o meno brillanti parlamentari meridionali il Partito liberale può forse concedere qualche soddisfazione formale, ma non può certo concedere una sostanziale modificazione di indirizzo oggi che il problema del rapporto fra politica meridionalista e investimenti delle aziende a partecipazione statale (per non parlare di ciò cl1e scriye l'Economist a proposito dell'industria elettrica e dello sviluppo del Mezzogiorno; dei rapporti fra ENI e Montecatini a proposito di Gela; della parte avuta dall'Italcementi a proposito della Sofìs e per impedire che La Cavera vi ass11messe le funzioni che doveva assumervi; dell'atteggiamento dei liberaH e della Confindustria a proposito dell'impianto siderurgico di Taranto; ecc. ecc.) è diventata assai più importante e rilevante di quanto non lo fosse ieri, quando Malagodi poteva cl1iudere un occhio e due oreccl1i per le polemiche sollevate dalla presentazione dell'emendamento Cortese (favorevole a maggiori investimenti delle aziende pubbliche nel Mezzogiorno) alla legge che l' on. Campilli aveva predisposto per il cosiddetto rilancio della Cassa. Non vi è più nessuno oggi, crediamo, fra i democratici italiani, che non concordi pienamente con il giudizio che della segret,eria Malagodi dettero, fin dal suo debutto, i radicali {i quali erano poi i fondatori stessi del Partito liberale). E sono in molti coloro che oggi dicono le stesse cose che i radicali dicevano prima di dover abbandonare il Partito liberale : per restituire al Partito liberale la possibilità di partecipare a coalizioni democratiche senza che gli altri partiti abbiano a perdere credito e prestigio, si congedi Malagodi. Il fatto è che oramai anche questo non basta : non basta, cioè sostituire Malagodi con Badini o con Cortese per tornare al 1953, ai tempi dell'unificazione di Torino e di Villabruna. A quei tempi non si torna più; il Partito liberale non è recuperabile agli schieramenti politici che si propongono di assicurare il consolida1nento e l'espansione della democrazia; i quadri dirigenti del liberalismo italiano sono altrove, nel Pa1tito radicale e nel Partito repubblicano; jl partito di Benedetto Croce è diventato un partito di liberisti, assolutamente incapace di intendere i moderni temi di una politica di sviluppo; con Malagodi o senza Malagodi non c'è più posto per il PLI fra gli schieramenti democratici e non c'è più posto per i democratici tra le file del PLI : ecco l'insegnamento che si deve trarre dalla conclusione del caso La Cavera. Ed è perfettamente inutile illudersi: se del caso La Cavera non si vuole trarre questo insegnamento, ci si troverà prima o poi a fare i comizi elettorali insieme a Lauro e ai suoi consorti. E questo significa cl1e il PLI è diventato due volte antimeridionaHsta: perché espelle La Cavera e perché si prepara ad associarsi con Lauro. n. d. r. 39 Bibliotecaginobianco ..
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