Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

gruppi ed è nell'ambito della ricerca che i suoi risultati si giustificano ed hanno piena validità. Ogni volta, invece, che i risultati della ricerca sono • portati fuori dell'ambito di essa e si perde di vista la loro funzionalità in vista dell'azione; ogni volta che si pensa di poter erigere sulla base delle ricerche (quante ne sarebbero necessarie?) una teoria totale della società o di una istituzione sociale; ogni volta che ciò accade, la metafisica sociologica riprende la mano allo studioso che si ritrova indifeso contro di essa e contro le sue tentazioni. Che è ciò che accade allo stesso Abbagnano, quando, postosi di fronte ad una teorizzazione sociologica della nozione di libertà come quella data dal Gurvitch nel 1955 col I volume del suo Deter1ninismes sociaux et liberté humaine (vedi pag. 178 e segg. dei « Problemi di sociologia »), ne dà un apprezzamento pienamente positivo. J---'addove è chiaro che sociologicamente corretto è ricercare in qual modo in un deter1ninato gruppo sociale si estrinsechi e si manifesti in questo momento non già la libertà ma una ( o alcune) libertà; mentre Gurvitch dà, nel testo citato, una serie di classificazioni tecniche, storiche etc. che avrebbero fatto l'invidia di un buon positivista di 50 o 60 anni fa e che (si potrebbe dire con un giudizio semplicistico ma non privo di fondamento) ripetono tutto quanto hanno di buono daila filosofia della libertà e tutto quanto hanno di cattivo dalla sociologia della libertà. In tal modo la teoria sociologica cessa di essere quella metodologia della ricerca sociale che invece dev'essere (e che lo stesso Abbagnano prospetta nel passo, già citato, a pg. 33 del suo libro), e diventa - come si è già detto - metafisica o romanzo: nel caso di Gurvitcl1 romanzo della libertà attraverso tutti i tempi e luoghi passati presenti e futuri. Il che non accade se il legame tra la ricerca sociale e gli hnmediati problemi della realtà presente vien tenuto ben fermo. Nel qual caso si supera anche quel che ci è sembrato l'altro difetto della definizione di sociologia data dall' Abbagnano: il pericolo cioè di una validità ristretta al solo angolo visuale della psicologia sociale. Proprio lo stesso Gurvitch (cfr. La vocation act·uelle de la sociologie, Paris 1950) ha sostenuto cl1e è caratteristico della sociologia lo studiare i gruppi sociali a tutti i livelli delle loro manifestazioni: tesi ineccepibile, che permette di slargare con sicurezza l'orizzonte della sociologia ad ognf IJOssibile forma ed aspetto della vita sociale. Atteggiamenti ed istituzioni dei gruppi sociali formano, dunque, l'oggetto della sociologia non già in senso puramente behavioristico, ma in un significato assai più largo che rende rilevanti ai fini della sociologia, ogni volta che il sociologo ne avverte l'esigenza, tutti i possibili ordini di considerazione della realtà sociale: da quello biologico a quello economico, da quello politico a quello storico, da quello ecologico a quello culturale, e così via. Passando ad altro tipo di problemi, confessiamo di essere stati alquanto sorpresi dalla radicale sen11)lificazione che l'Abbagnano introduce in sede di fondazione logica della sua teoria. Come è possibile ridurre le alternative in siffatta materia alla sola vecchia logica causalistica, da una parte, e alla logica del progetto e della con dizione, dall'altra? Vediamo, in realtà, trascurato in questo schema quello che è stato senza dubbio il maggiore ap106 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==