Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

da Pechino a Parigi in automobile costituiva un'impresa eccezionale anche dal punto di vista fisico; ma diventa ridicolo oggi, al tempo dei i ets e quando un giovane inviato speciale del « Corriere della Sera » e del cc Giorno » ne sa - di cose nuove ed interessanti relative all'Oceania, al Congo o al Venezuela - assai più di quanto non ne sappia un togato, ma sedentario compilatore di manuali e di voci d'enciclopedia: uno di quei professori ch e « descrivono i continenti» e « ripetono » i dati della ripartizione dei vari popoli e delle varie razze nei più lontani paesi, senza poter sapere come e perchè quei continenti stanno cambiando volto a un ritmo velocissimo, senza saper come e perchè quei dati non sono più gli stessi di una volta, e cambiano assai rapidamente, perchè soggetti a pressioni e a spinte di ordine polit ico - movimenti d'indipendenza - e di ordine sociale - urbanesimo - che rimettono quotidianamente in discussione anche la geografia di paesi ch e sono dimorati immobili per secoli. Per riassumere ora i meriti di questa pubblicazione si prendano le co nsiderazioni di G. F. sugli investimenti demografici ( cc l'America latina è oggi obbligata a concentrare tutti i suoi sforzi sugli investimenti ' demog rafici' per soddisfare i bisogni vitali dei cinque milioni di abitanti che ogni anno vengono ad aumentare la sua popolazione »); o quelle sulla « industrializzazione brutale e disordinata » che cc pesa gravemente sulla maggior parte dei paesi dell'America latina »; o quelle sull'urbanesimo, sull'esodo rurale, sulle « zone tecnicizzate », sul sindacalismo e sulle vecchie religioni. Spinti da queste considerazioni noi siamo portati a muoverci in una regione culturale nuova, di grandissima importanza, che è di confine tra molte discipline ( economia, sociologia, geografia, demografia, urbanistica, ecologia ecc. ecc.: i l tutto rischiarato da una capacità di giudizio politico che assicura le conn essioni fra i punti di vista dettati dalle varie prospettive che sono proprie di o gnuna delle citate discipline) e che è ribelle a ogni sforzo di classificazione a ccademica. Attraverso questa regione G. F. ci conduce con la stessa sicurezz a che gli ha consentito di condurci, mediante una selezione delle sue fotogra fie, a gettare « uno sguardo panoramico » sul continente latino-americano. Queste fotografie sono infatti di grande aiuto per illuminare e per rendere più significativi certi contrasti fra l'antico e il moderno (veramente impressionanti sono le fotografie che si riferiscono a certe realizzazioni monumentali; semb ra poi che veramente l'America latina sia un paese di Bengodi - Brasilia! - per architetti ed urbanisti). Ma tutti i contrasti dell'America latina sfociano sul piano politico, dell a politica internazionale; e qui essi diventano veramente minacciosi, si definiscono in tutta la loro ampiezza, danno la misura della instabilità che mina l'assetto di quel « nuovo mondo » e determina gli incerti suoi rapporti con gli altri « mondi ». A questo punto la conclusione cui G. F. ci fa approdare investe con un giudizio assai duro la politica degli Stati Uniti: perchè, « malgrado tutti gli avvertimenti e le esperienze », si tratta di « una politica con interesse a breve scadenza, priva di fantasia e nella sua pratica quotidiana anche di tatto »; onde gli Stati Uniti hanno finito per creare « uno stato di cose in cui i na103 _Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==