Le acque del Biferno Caro Direttore, La sorpresa del prof. Di Cocco nell'apprendere che la Cassa, « in segretezza», sta proseguendo gli studi st,l traforo del Matese, e la sua speranza che quella « segretezza » non sia vera, sarebbero anche nostre se non avessimo, delle cose denunciate, la più pre(?isa personale conoscenza. Con buona pace « della ·nostra democrazia e della serietà dei nostri amministratori», la salvezza delle quali sta a cuore al prof. Di Cocco non meno che a noi, non abbianio purtroppo nulla da rettificare; anzi, ed è per noi mo·tivo di tristezza, abbiamo da aggiungere qualcosa di cui non è traccia nella nostra inchiesta, perchè quando la preparammo non ne avevamo ancora notizia. Si tratta non più dei lavori segreti sul versante campano del Matese, ai quali si riferivano la nostra denuncia e la sorpresa del prof. Di Cocco, ma di lavori nello stesso versante molisano del massiccio: dobbianio dunque informare gli increduli che la Cassa, sempre rispettando la massima segretezza, ha in-iziato da qualche mese gli st1.uli per il traforo in contrada Ma-iella di Boiano. È già stato costruito un tunnel, alto più cli due rnetri ed altrettanto largo, profondo, fino a questo momento, 200 rnetri: i lavori finora appaltati ammontano a 120 milioni e sono stati denunciati come diretti ad accertare la natura geologica delle rocce. Infatti il prof. Di Cocco sa bene che uno dei pericoli del trasf-erimento del Biferno a Napoli attraverso il traforo del Matese è nel carattere carsico di questo massiccio, e qttindi nella possibilità di perdere il fiume in qu.alche tion iuiprobabile inghiottitoio. Altri motivi di sorpresa, e non solo per il prof. Di Cocco, saranno qt,esti: che l'imboccatura del tunnel si apre a soli 50 metri dalla sorgente Maiella, quella destinata appunto ad alimentare l'acquedotto · campa'nO, e che, nonostante la denuncia di un perioclico locale, che ha pubblicato il 22 marzo dati e fotografie, la stam.pa regionale ha igriorato, con la sola eccezione del «Tempo», la cosa. Nè alcuna smentita è pervenuta dalf Amministrazione Provinciale di Campobasso e dalla Cassa per il Mezzogior~o. Altro che sorpresa e speranza! Circa poi i 40.000 ettari, qua11do scrivevamo che non ve ne sono tan"ti, intendevamo dire, ed è ovvio, che non ve ne sono tanti irrigabili economicamente. Non si dimenticlii eh~ i primi tecnici che s'interessarono al problema parlarono di 3 o 4.000 ettari, poi venuti via via sa99 - Biblioteca.ginobianco
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