duecento deputati, si dovrebbe concludere che la loro è disperazione di folli; ma• se si dicesse che è di non avere cinquanta deputati, si dovrebbe concludere che si tratta di una disperazione di saggi; sconfitti, o ignavi, ma saggi. Abbiamo detto: se si dicesse che ... il fatto però è che, appunto, non sembra che l'esser privi di cinquanta deputati faccia disperare i « liberali » : qui sta uno dei più evidenti aspetti della loro crisi. Sembra che essi si sia~o avvezzati a considerare ovvio, pur se sgradevole, che l'anima liberale è destinata a vagare priva d'un corpo degno di .questo nome, in una sorta di mistica quarta dimensione della politica. Perchè sia così, non ci sentiamo di dirlo, e forse non è ancora possibile perchè la storia, fortunatamente, non è finita. 2. - Possiamo, azzardando una semplificazione, individuare a:lcuni modi normali dei «liberali» di adattarsi a questa condizione di crisi politica: modi, in sostanza, di rinunciare alla iniziativa politica. Corrispondono a due caratteristiche diremo così storiche dei liberali: a) la politica liberale è sempre stata ricca di cultura; i liberali hanno sempre coltivato teoricamente e praticamente l'interessante questione « della funzione demiurgica [che non è « dirigente » ] delle élites » • Una prima forma di adattamento è apparentemente meno « politica » : tuttavia, si fa molto sentire nei suoi riflessi politici, anche imme- · diati. È un atteggiamento di rinunzia e di ricerca, semmai, di a·ltre forme d'azione politica che quelle « tradizionali » • Preso atto della inutilità degli sforzi concretamente politici compiuti (diciamo, per esemplificare, dal Partito d'azione al Partito liberale al Partito radicale e al Partito repubblicano), se ne deduce che l'unico modo di far vivere le tradizioni liberali, e magari anche di farle progredire, è di non disperdere energie individuali e collettive nel vano sforzo di dar vita ~d etichette di partito (salvo però a conservar queste per quel poco che servano), e di sperimentare invece le vie indirettamente politiche della pubblicistica, individuale o di gruppo, dello studio, della « proposta al paese e alla cl~sse dirigente », del fiancheggiamento ideale, della « pressione »• È la posizione di chi cerca nella dinamica delle idee un compenso alla negata dinamica dell'azione (e in qualche modo, spesso, per quel che lo riguarda personalmente, lo trov~). · Ma è una posizione innaturale, intimamente provvi_soria e comunque ambigua e difficile. Poichè la dinamica delle idee realizza il suo autonomo valore,_ e può stare contenta di sè, quando sia in nesso concreto, pur se elastico, con l'azione; non quando è costretta ad una 43 iblioteca Gino Bianco •
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