biamente salutato come un elemento positivo. Partendo dalla constatazione delle condizioni economiche delle campagne, il programma del Centro risulta orientato verso un'azione da svolgere intensamente per favorire l'aumento dei redditi agricoli. Eccone il testo: I) Difesa dei medi redditi, della media impresa che, per definizione, è l'impresa agricola: per attuare questa difesa, lotta contro lo strapotere dei monopoli, degli Enti parastatali, e, in particolare, contro la Federazione Italiana dei Consorzi Agrari, affinché sia ridata autonomia ai Consorzi provinciali, impegnandoli ad operare nel vero interesse dei produttori agricoli e soltanto per quegli scopi per cui vennero istituiti. 2) Il CENTROsi propone di lottare affinché la C onf agricoltura, ripudiando qualsiasi finanziamento che possa vincolarne l'azione sindacale, sia finalmente promotrice di una politica di fermezza e d'indipendenza, resa indispensabile per la concreta difesa dei produttori agricoli. 3) Azione decisa affinché la pressione dei tributi, specialmente di quelli comunali e provinciali, sia commisurata al reddito reale dell'agricoltura. 4) Il CENTROrifìiuta decisamente che la dimensione dell'azienda agricola sia ulteriormente ispirata e dettata da ragioni demagogiche e non altrimenti tecniche ed economico-produttive. 5) Lotta allo scopo di far affluire capitali all'agricoltura, stremata dalla crisi dei prezzi e dal saccheggio di ricchezza subìto da lustri. Gli agricoltori chiedono più ampi fidi, con più lontane scadenze, e minor costo del denaro. 6) Miglior riconoscimento dell'apporto imprenditoriale dirigente, tecnico ed amministrativo, in relazione allo schema distributivo del reddito fra tutti i partecipanti all'attività produttiva, al fine di arginare l'emorragia di intelligenze e di pensiero tecnico dell'agricoltura verso altri settori che meglio li retribuiscono. 7) Liberalizzazione del sistema assicurativo e lotta contro il Fata, altra espressione del monopolio bonomiano e delle sue ipoteche sull'agricoltura italiana. 8') Predisposizione di tutti quei mezzi atti a restituire una migliore « ragione di scambio » all'agricoltura nei riguardi degli altri settori. Gli agricoltori infatti respingono questo stato di cose che porta a uno strano mercato, ove i prezzi sono imposti dai venditori, quando l'agricoltore è compratore, e sono pure imposti dai compratori allorché l'agricoltore e venditore; il peggioramento progressivo delle « ragioni di scambio » determina gravissime conseguenze a riguardo delle traslazioni, fiscali e parafiscali, e pregiudica l'accumulazione capitalistica di settore. 9) Protesta verso ogni politica dei cc due pesi e delle due misure », per cui si applicano indirizzi protezionistici, a tutela del prezzo dei prodotti industriali, e si applicano altrimenti indirizzi liberistici in ordine al regime dei prezzi agricoli; gli agricoltori chiedono l'instaurazione di una vera economia di mercato per tutti e, comunque, una equa graduazione, fra tutti i settori, degli « scotti sociali » e del sacrificio privato a causa della n1anovra dell'autorità 'economica. 10) Parità competitiva di partenza con gli altri settori, attuabile anche attraverso una legislazione di difesa del reddito agricolo, come si è fatto in Francia e in Germania, e pure nella libera Inghilterra; lotta contro le cc camorre », nei mercati generali e nei mattatoi ed in genere eliminazione di ogni strozzatura distributiva, a valle e pure a monte, dell'azienda agricola (quando l'azienda compra e quando l'azienda vende). Dalle righe sopra riportate, risulta chiaro il proponimento del Centro di pervenire ad una modificazione profonda delle attuali struttµr~ 53 Bibliotecagi.nobianco
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