Nord e Sud - anno VI - n. 59 - ottobre 1959

settimanale) mostra percentuali assai più alte di quelle dei lettori di ·quotidiani. Se dobbiamo considerare l'informazione come uno dei diritti di ciascun individuo, che non vuole e non può essere escluso dalla vita sociale; se l'informazione è oggi ritenuta un servizio d'interesse pubblico; se l'accesso alle informazioni è una necessità per poter avere parte attiva entro la società, bisogna riconoscere che la struttura degli strumenti pubblicistici nel Mezzogiorno non riesce a coprire quelle che dovrebbero essere le aspirazioni e le necessità di una popolazione civile europea. La st1mpa quotidiana, l'abbiamo visto, che esce nel Sud, deve essere integrata da un forte afflusso di giornali da altre parti d'Italia e soprattutto dal Centro: questo fenomeno, che non si riscontra in maniera così pronunciata per nessuna altra regione italiana, dimostra inequivocabilmente che la stampa meridionale è deficiente soprattutto per qualità. Nonostante l'analfabetismo assai diffuso, nonostante quindi che la popolazione adulta in grado di leggere t1n giornale sia in numero ridotto, tuttavia quasi metà della popolazione ricorre a giornali importati per poter soddisfare il suo desiderio di informazione. Per sei quotidiani che escono nel Sud, vengono letti altri 16 quotidiani (fra quelli del mattino e della sera) che escono fuori del Mezzogiorno. Per quanto concerne l'influenza politica della stampa, si può dire che, come per il resto d'Italia, la stampa non determina direttamente le scelte politiche: un raffronto coi risultati· delle elezioni politiche è abbastanza indicativo in proposito. Non esiste nel Mezzogiorno un organo di stampa importante che non sia legato a interessi ben precisi : la proprietà di tre giornali su sei è nelle mani di organismi parastatali. La radio e la televisione, è noto, sono altri due monopoli nelle mani del governo centrale. Solo il cinema, ed è lo strumento meno gradito dai meridionali, può fino ad un certo punto rappresentare attraverso i suoi notiziari tendenze non del tutto conformiste, per quanto entro limiti assai ristretti. L'unica possibilità per la popolazione meridionale di sentire delle voci non conformiste è data dalla lettura dei giornali, dei settimanali, che provengono da altre parti d'Italia, e si è visto che, anche in questo caso, è assai limitata la diffusione di organi di sinistra o di destra, in confronto alla parte pre·ponderante della stampa di centro, che oggi si identifica con quella filogovernativa o comunque conformista in tesi generale. [25] .Biblioteca Gino Bianco

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