Nord e Sud - anno VI - n. 59 - ottobre 1959

Il politico probabilmente non è al corrente (non diciamo non è cosciente) del dramma umano che fa gridare al capitano Ahab di « Moby Dick »: « Tutti i mezzi che io uso sono sani; i miei motivi e il mio oggetto sono insani », ed il concetto di un mondo «moderno> implicante la certezza della dissociazione totale dei rapporti interumani è un concetto troppo integrale perchè egli, il politico, possa accettarla: questa accettazione implicherebbe l'inazione totale, e l'abbandono alla disperazione. A questo punto l'appello alla ragione dovrebbe capovolgere il suo oggetto; dovrebbe cioè l'intellettuale domandarsi se non ci siamo troppo spinti sulla via delle categorizzazioni e delle grandi speranze, se non toccJ:ii a lui, non politico, di riguardare un po' più a fondo le sue categorie ereditate da una tempesta intellettuale indubbiamente sconvolgente appassionante, quale è quella che ha spazzato come un turbine l'Europa e l'America in questo cinquantennio (e che per noi ha raggiunto il suo splendido acme intorno al '20-'30), e se non ci convenga un po' a tutti ridimensionare anche le nostre attese. Il dramma del Mumford, però, non è il dramma di un isolato. L'intellettuale di sinistra europeo non è meno tradito di questo rappresentante della cultura americana. Si rilegga, almeno per le parti documentarie e critiche, il sempre interessante volume dell'Aron, « L'oppio degli intellettuali» (Bologna, Cappelli, '58), per trovare una buona analisi delle distorsioni critiche cui certi concetti ritenuti ormai stabilizzati nella cultura hanno finito per andare a parare. Il radicalismo morale è un'arma a doppio taglio: può illuminare il cammino, ma potrebbe anche condurre all'oscurità. · [A. B.] I problemi della starnpa in Francia. La pubblicazione di una nuova collana dedicata ai problemi della stampa fornisce l'occasione più adatta per accennare breven1ente all'importanza ·degli studi relativi a tale settore e per indicare ai lettori di Nord e Sud, che più volte ha ospitato saggi ed inchieste sulla funzione della stampa e sui rapporti tra opinione pubblica e giornali, i punti principali sui quali vertono attualmente le discussioni degli studiosi europei. La collana, edita da Armand Colin, si chiama « Kiosque » e persegue precisi obbiettivi; secondo quanto avverte la presentazione, « Kiosque accueille des chercheurs de toute origine e de toutes tendances qui, après avoir uni leurs efforts pour sauver ce qui subsiste, sont parvenus a ràssembler, sur un thème précis, les textes essen tiels de la Presse ». I primi tre volumi della collezione tengono fede in pieno a questo postulato iniziale. Il primo, scritto da JACQUESLETHEVEsi occupa di J m,pressionistes e symbolistes devant la presse ed è una intelligente e scrupolosa disamina della posizione assunta dalla stampa del tempo di fronte a Simbolismo e Impressionismo; e dell'influsso che ebbe l'azione dei più importanti giornali francesi sull'interpretazione, da parte del grande pubb~ico, di quei movimenti artistici. Dall'indagine sul caso specifico, l'autore risale alla considerazione dei risultati che può raggiungere una campagna di stampa ben condotta, e quindi al processo di formazione della pubblica opinione. . « L'opinion - afferma Letheve - connait les faits de notre. Histoire quotidienne par la Presse. Mai le Presse crée des états des l' opinion qui deviennent des faits. Surprenante efficacité: ce qui m'était qu'expressione devient emprise. Par la Presse, l'image soulève des passions, des faits divers devient mythe. Les epoirs et les peurs d'un peuple y prennent forme. Double miroir, la Presse reflète [127] Bibliote_caGino Bianco

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