fra i governi di quei paesi che poco prima avevano pur mostrato di possedere vedute cosi irrimediabilmente opposte: evidentemente una cosa era « fare l'Europa > ed un'altra firmare dei trattati. Ed è vero che Lucus == a non lucendo, ma leggere su giornali autorevoli, quando ancora non si era spenta l'eco dei fatti di Suez, che « mai si era stati cosi vicini all'unità dell'Europa », faceva davvero uno sconcertante effetto. A meno che non si I volesse dire, ma non pareva, che nei giorni della spedizione franco-britannica si era avuta netta la sensazione, in Italia, in Germania, nel Benelux, che Parigi e Londra non avevano il diritto di recare, per una mossa da loro soli inventata, una ferita a tutto l'Occidente, e di compromettere, per le velleità dei loro governanti, un patrimonio di prestigio che apparteneva all'intera Europa. Mai come in quei momenti fu sentita da molti fra gli europei la necessità di un governo federale; e mai come allora se ne fu lontani). Sarebbe quindi inesatto vol'er trarre dalle attuali condizioni della società europea, e dai sintomi e dagli stati d'animo manifestatisi nei principali paesi dell'Europa dei Sei, previsioni nel senso di un fallimento dei trattati istituitivi della Comunità_ Economica e dell'Euratom. È vero che la mancanza di co- · munì ideali e di sincere aspirazioni all'unità finisce col ripercuotersi anche sul funzionamento delle istituzioni economiche: lo dimostrano le recenti vicende della CECA, il cui Comitato dei Ministri ha impedito all'Alta Autorità di esercitare i poteri che a termine dello statuto le competono nei casi di « crisi manifesta », e cioè di regolamentare la produzione, fissando dei limiti massimi alle aziende carbosiderurgiche. Lo dimostrano anche le sapienti 1nisure che hanno accompagnato in alcuni paesi l'entrata in funzione del Mercato Comune: la Germania, ad esempio, ha compensato la diminuzione del dazio sul caffè aumentando di altrettanto l'imposta di ~onsumo; il Benelux, perchè il prezzo del vino rimanesse immutato malgrado la diminuzione del dazio, è ricorso ad una imposta di fabbricazione; il Belgio ha aumentato ·l'imposta corrispondente alla nostra I.G.E. su molte merci importate, lasciandola invariata sui prodotti nazionali; la Francia, che dovrebbe a termini del trattato ·importare dagli altri paesi del MEC contingenti di automobili pari al tre per cento della produzione automobilistica nazionale, è stata accusata dai costruttori tedeschi di aver denunciato quest'ultima con dati inferiori al vero. Ma, in linea di massima, l'Europa dei trattati e delle istituzioni procede su binari ben diversi dall'Europa reale: l'esperienza della CECA ha dimostrato come le istituzioni possano sopravvivere e prosperare anche quando siano venuti meno i principi che ne ispirarono la creazione, purchè sussistano valide ragioni economiche per la loro esistenza. E indubbiamente quella dell'allargamento dei mercati è una esigenza oggi assai sentita dalle • econonne europee. Dal 1nomento che dei trattati esistono, e che delle popolose organizza- [104] I Biblioteca Gino Bianco
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