Nord e Sud - anno VI - n. 59 - ottobre 1959

I Rivista mensile diretta da Francesco Compagna ANNO VI * NUMERO 59 * OTTOBRE 1959 Biblioteca Gino Bianco

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Rivista mensile diretta da Francesco Compagna Biblioteca Gino Bianco

SOMMARIO Ignazio Weiss Spartaeo Anania N.d.R. · Raffaello Franchini Mario Pomilio Editoriale [ 3] Radiografia della stampa meridionale [8] ·-- Un piano regolatore del turismo meridionale [27] GIORNALEA PIÙ VOCI La socialdemocrazia [ 49] Quel che si dimentica nei dibattiti sulla Scuola [ 60] . Domenico Rea e la narrativa meridionale [63] Rosario Romeo Capitalismo e disonestà scientifica: ovvero~ del senatore Emilio Sereni [70] Giovanni Terranova Giuseppe Celona Mario Bonfantini U goberto Alfassio Grimaldi PROPOSTE E COMMENTI Una politica per gli investime1iti [ 86] Europa e supermercato [92] LETTERE AL DIRETTORE Le polemiche sul Gattopardo [106] pa un congressoall'altro [108] RECENSIONI Francesco Compagna La doppia notte dei tigli [118] Una copia L. 300 • Estero L. 360 Abbonamenti I I tnlia ano oaie L. 3.300 semestrale L. 1. 700 Estero aanual~ L. 4.000 semestrale L. 2.200 Effettuare i •ersamen ti su I C.C.P• n. 3/34552 intestaro a ~'"noldo Moodadori Editore. Mjiano Biblioteca Gino Bianco . . CRONACA LIBRARIA [ 125] DffiEZIONE E REDAZIONE: Napoli - Via Carducci, 19 - Telefono 392.918 DISTRIBUZIONE E ABBONAMENTI: Amministra_zione Rivista « Nord e Sud» Milano - Vi~ Bianca di Savoia, 20 Telefono 851.140

• Editoriale Gli eventi internazionali dell'estate sono stati interpretati nel modo più ottimistico da/, Giorno, dall'Espresso e da altri a11ibientidella sinistra democratica italiana. Noi ci auguriamo natura/niente che tanto ottirn,ismo non debba essere offuscato in un prossimo domani da qualche delusione. D'altra parte, se confrontiamo il modo con cui Aldo Garosci ha commentato nel Mondo l'annuncio degli incontri fra Eisenhower e Krusciov con la inge1ierosae superficiale polemica contro Adenauer cui si sono abbandonati i Baldacci e i Gambino, dobbiamo pur constatare che la si1zistrademocratica ita/,ianasi trova a dover scegliere fra due atteggiarrJe12ti:mentre, infatti,, Il Giorno e L'Espresso si sono impantanati nella tendenziosa confusione, di stile nenniano, fra l'europeismo di Adenauer, che niira ad ancorare la Germania all'Occidente e all'Europa, e il naziotzalismo di quegli ambienti francesi che hanno minato la solidarietà atlantica ed europeista, Garosci non ha dimenticato di prospettare, anche, se non soprattutto, le preoccupazio12iche dall'z'niziativadi Eisenhower deriva120per l'Europa e i risul-- tati antieuropeistici che da essa si ripromettono di trarre da un lato g"k~- i11glesi,da un altro lato gli a1nbz'e12tdiella sinistra frontista e neutralztta· nei vari paesi europei. A noi sembra, dunque, che, fra i due atteggiamentt citati, quello di Garosci sia assai più conforme alle tradizioni, e assai p1:iù: coerente con gli interessi, della sinistra democratica italiana. È certo che la situazione europea si è deteriorata progrcssivaniente, da~ u11a,nno a questa parte; che le istituzion,i europeistiche so120entrate in crisi,· ch_etaluni governi europei si muovo110ormai secondo impulsi tipicamente nazionalistici, anche se ancora camuffati da un sempre più generico linguaggio europeistico; che la stessa alleanza atlantica attraversa una fase che non è affatto co1iforme allo spirito con cui essa è stata a suo tempo, ' [3] Biblioteca Gino Bianco

contratta, se è vero che si parla di negoziati per l'adesio12edella Spagna di f~rancoe se è vero che i rapporti con la Francia di De Gaulle ha'rnnoda'to luogo a i12cidentiche erario in2pet1sabilicon la Francia di Mollet. Tutte queste cose appunto noi denunciavamo nell'editoriale del 1nese di luglio. E ora non possiamo dire che riteniamo superate le considerazioni - intorno alla nuova ondata di nazionalismo che si è abbattuta sull'Europa ,occidentale e intorno alla degenerazione progressiva dello spirito dell'alleanza atlantica - che avevano dettato quel nostro allarmato editoriale. Riteniamo a11ziche, nei co11frontidell'Europa occidentale, gli incontri fra Eisenhower e Krusciov potrebbero rappresentare un incentivo, sia pure indiretto, ad accentuare illusioni e pregiudizi che sono tipici del nazionalismo europeo: così di q~llo neutralistico, che ispira tanti oppositori di Adenauer, come di quello fascistico,che ispira tanti partigiani di De Gaulle. Ci potrebbe essere, dunqite, qualcosa di vero in quello che ha scritto Raymond Cartier: Krusciov si reca negli Stàti Uniti per trattare « l'uscita dell'Europa dalla storia )): ci potrebbe essere almeno questo di vero, che, .definitivamente perduta l'Europa orientale e ripiegate le bandiere dell'europeismo nei paesi dell'Europa occidentale, quest'ultima, in preda a nuovi, più aspri e più grotteschi, nazionalismi, potrebbe alla fine risultare anch'essa perduta per l'Occidente. Non è forse già un segno allarmante il fatto che, quando Eisenhotver è venuto in Europa, tutti i paesi dell'Europa Occidentale si sono preocct,{,patidi intratte1ierea quattr'occhi il Presidente degli Stati Uniti intorno ai propri pu1iti di vista, presentati i1i modo più o 111,enonazionalisticamente concorrente rispetto ai punti di vista degli altri? Soltanto Adenauer, la bestia nera dei 12azionalistie dei neutralisti, ha te1ztato ancora una volta di salvare il salvabile quando ha chiesto la riunione al vertice della NA··ro, invece degli incontri bilaterali di Bonn, LorJdra, Parigi; ma la richiesta del Cancelliereeuropeistaè stata respi12tadai governi nazionalisti e gran parte della stampa europea ha poi esaltato i"l « missionario » Eisenhower, perchè, morto il « crociato » Dulles, egli sembrerebbe essersisaputo liberare da ogni i12fiuenzadi Adenauer. Ma qi1estoè un modo assaisuperficiale di esprimere giudizi politici, un atteggiamento che ripete quello dei parlamentari francesi che rovesciarono la CED, quello degli uomini di governo inglesi che hanno impegnato le estreme risorsedi una grande tradizione politica nelle lotte al Mercato Comune, quello dei neutralisti .europei che ci hanno esortato per tanti anni a seguire i modelli di Nehru [4] Biblioteca Gino Bianco

e di Nasser! E non è certo sulla base di atteggiamenti di questo genere che si può rispondere con tranquillità e con fiducioso ottimismo alla domanda clie, all~indomani dello << spettctcolare invito »·J Spadd/.ini formulava sul Resto del Carlino, in un articolo molto seri·o ed equilibrato: e l'Europa? Non è sulla base di atteggiamenti di questo genere, cioè, che si·può eludere questa domanda e considerare retorica e tendenziosa la risposta che ad essa recava implicitamente il giudizio di Raymond Cartier che abbiamo citato. Potremmo quindi concludere questa parte del nostro discorso affermando che le nostre preoccupazioni circa la dege1ierazione in senso nazionalistico della situazione europea non si sono attenuate; e che, finchè esse sussisteranno, le prospettive della auspicata distensione non possono essere del tutto rassicurati·: 1iessuna distensione, infatti, sarebbe veramente stabile ed effettivamente rassicurante, quando essa dovesse essere pagata in moneta europea, quando essa dovesse pri·vare, cioè, di slanci e di sbocchi unitari la vita dell'Europa occidentale, oggi più che mai sclerotizzata nelle anacronistiche sue strutture nazionali, più che mai avviata alla decadenza a causa dei pregiudizi nazionalistici che ne avvelenano lo svolgi1nento. Ciò detto della situazione internazionale in generale, e delle colpe europee in parti.colare, resta da dire qucdcosa a proposito della politi'ca estera italiana, il cui timone è malaugurataniente tornato nelle mani dell' on. Pella. La posizione itali·ana è veramente scaduta ai più bassi livelli: sia « in conseguenza del deteriorarsi di una situazione di solidarietà sulla quale i nostri maggiori uomini politici avevano puntato»; sia, anclie e soprattutto, per il fatto che un governo come quello che oggi rappresenta il paese porta con sè << non piccole responsabilità nell'aver poco a poco lasciato scadere a mere parole l'europeismo e l'idealismo deniocratico di De Gasperi e di Sforza, nell'aver riempito le orecchie proprie e altrui di 'interessi dell'Italia' e altre simili vaghezze, di non aver saputo di.re, nel momento della crisi europea, una parola energica, non lanciato un grido di allarme». Anclie questo giudizio è di Aldo Garosci: esso dimostra pera/,tro quanto sia difetto sa ed errata la piattaforma d' opposizi'one, nazionalneutralista, prescelta da/,la maggioranza degli ambienti della sinistra democratica italiana, laica e cattolica; assai più efficace, e politicamente giusta, sarebbe stata invece la piattaforma europeistica di opposizione, indicata da Aldo Garosci: la denuncia, cioè, del formale europeismo e del sostanziale nazio- , [5] iblioteca Gino Bianco

1ialismoche guidano la politica estera dell'attuale maggioranza; il rilancio, insomma, antineutralistico e antinazionalistico a un tempo, delle ragioni permanenti che sono all'origine della solidarietà atlantica, delle istituzioni europea·stiched, ell'idealismo democratico. Qualora, infatti, tutti gli ambienti della sinistra democratica italiana avesseroadottato tempestivamente qitesta linea po.litica,non sarebbe stato difficile dimostrare al paese che, « solidali con la Spagna, come lo è il Vaticano, diffidenti di ogni iniziativa democratica ardita, 120n è meraviglia se a poco a poco i nostri uomini di stato sono scesi al livello non solo della piccola potenza che siamo, ma dei piccoli ideali che essi hanno». E non sarebbe stato difficile dimostrare - come ha dimostrato << Ricciardetto » sit Epoca - che la politica pelliana, ossessionata,per un tradizio1ialenostro complesso d'inferiorità, dalla preoccupazione d'inserire nelle massime consultazioni la « vQce dell'Italia>>,non riesce neanche nell'intento di farla ascoltarequesta famosa nostra <<voce>p>er:chè, fino a q1,t.a11deossasi esprime ore rotundo dell'attuale Ministro, non ha proprio niente da dire. C'è un punto, comttnqite, sul quale sembra che gli on.li Segni e Pella, nell'incontro di Parigi del 4 settembre, abbia120intrattenuto il Presidente àegli Stati Uniti « in modo particolare>>g:li aiuti alle zone sottosviluppate. L' on. Segtli, secondo quel che ha riferito Il Corriere della Sera del 5 settembre, avrebbe poi dichiarato, ai giornalisti italiani, quanto segue: « voi sapete che l'Italia, per opera di Pella, ha enunciato un suo programma e ora speriamo che si passi dalla programmazione a qualcosa di più concreto». A questo punto, sempre secondo il resoconto del Corriere della Sera, un giornalista intelligente ha domandato all'on. Segni << se i programmi di aiuto al.le zone sottosviluppate includono l'Italia come Paese offerente oppure ricevente ». È evidente che,·se l'on. Segni si fosse ispirato alla politica estera italiana dei tempi di Sforza e di De Gasperi, avrebbe immediatamente risposto che quei programmi includono l'Italia come paese ricevente; che la questione meridionale è una piaga ancoraapertaper il nostro paese; che c'è ttn problem,ad'integrazione fra Nord e Sud in Italia, così come c'è un problema d'integrazione fra . Europa continentale ed Europa mediterranea,· che questi problemi di sottosviluppo no_nsono meno gravi e non sono 1nenoimportanti per la stabilità politica del/'Occidente dei problemi che si pongo.noin Algeria o in Birmania, in Arabia saudita o nel Kenya; che l'inBiblioteca Gino Bianco [6]

gresso della Grecia e della Turchia nel Mercato Comune ripropongono in termini nuovi la questione delle aree depresse europee adiacenti al Mediterraneo, e quella degli strumenti apprestati per affrontarla (Banca degli l1ivestimenti e Fondo Social,e); che l'Italia insonima non ha 11,ienteda offrire e ha molto da chiedere a questo propositoJcome è dim·ostrato dalle relazioni che essa ha intrattenuto e intrattiene con la BirJ, dagli studi dell' OECE e dell'ECE sull'economia italiana, dall'inipegno che i governi della Repubblica italiana profondono per affrontare le questione meridionale. Tutto questo poteva e doveva essere detto, con fermezza e con alto senso di responsabilitàpolitica. E invece l'on. Segni « si è limitato a rispondere che il nostro paese ha molti tecnici da mettere a disposizione di quelle zone»: il che, oltretutto, come sanno tutti coloro che hanno soltanto orecchiato le discussioni che si tengono intorno al problema della pubblica istruzione in Italia, e in particolare nelle regioni meridiotzali, non è per ora affatto vero. Abbiamo voluto richiamare l'attenzione su questo aspetto del viaggio a Parigi del Presidente del Consiglio e del Ministro degli Esteri perchè è assolutamente necessariocondannare un tale co1nportamento, velleitario e contradditorio; e perchè deve essere invece ripresa la linea degasperiana, diretta a inseri'reil nostro problema meridionale nel genera/,eproblema delle aree sottosviluppate. Evide11temente, ali'on. Segni è riuscita nociva la compagnia dell'on! Pella, il quale certamente ritiene che potrebbe nuocere al «prestigio» di « grande potenza» dell'Italia il fatto che essa, nei -programmi di aiuto alle zone sottostJiluppate,possa essere inclusa come paese ricevente; e che perciò essa debba candidarsi come paese offerente, ricavandone appunto « prestigio >> da << grande potenza >>: con due milioni di disoccupati e una incalcolabi'le,ma assai diffusa, sottoccupazione/ [7] iblioteca Gino Bianco

Radiografia della stampa meridionale di Ignazio Weiss Dal « Saggio di una storia sommaria della stampa periodica )>, pubblicato negli « Annali di statistica )) del 1886 (1), rileviamo alcuni dati che possono avere interesse se confrontati con quelli della situazione odierna della stampa quotidiana in Italia. Al 31 dicembre 1885 uscivano nel regno 141 quotidiani, mentre la penisola aveva una popolazione _di29.699.785 abitanti: perciò ogni quotidiano, in ·media, serviva per 210.636 abitanti. Nelle cinque regioni del Mezzogiorno, su una popolazione di 7.928.715 persone, uscivano 11 quotidiani, cioè un quotidiano per 720.792 persone. Nel gennaio del 1959, dopo 73 anni, uscivano nel territorio della Repubblica Italiana, 91 quotidiani, per una popolazione di 49.190.710 abitanti, cioè un quotidiano per 540.557 persone. Nello stesso momento, nel Mezzogiorno, su una popolazione di 12.446.877 abité!,nti,uscivano 6 quotidiani, cioè, uno ogni 2.074.479 persone. Evidentemente il numero dei quotidiani che escono in 11n paese in un determinato momento, non è indicativo per ciò che concerne la quantità di lettori, di coloro cioè che hanno la possibilità di accesso all'informazione: occorrerebbe conoscere non solo la quantità di esemplari in circolazione, per i quotidiani uscenti in una determinata regione, ma anche la (1) Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Direzione generale della statistica. Annali d/ Statistica. Saggio di una stor~a sommaria d~lla stampa periodica (di G. L. Piccardi), Roma, 1886. Biblioteca Gino Bianco [8]

quantità di copie che entrano in quella regione da altre parti, nonchè il numero di lettori, ~n media, per ciascun esemplare. Purtroppo, se difficile è oggi in Italia cercare di stabilire la circolazione numerica dei quotidiani, impossibile quasi è ricostruirla per gli anni passati: le statistiche che abbiamo trovato nel « Saggio di una storia sommaria della stampa periodica >>, che più sopra abbiamo ricordato, non ci illuminano su questo elemento. Il confronto che abbiamo istituito, ci dice però che il numero degli organi di stampa era in assoluto quasi doppio nel 1885 in confronto del 1959; il che può indurre a supporre che le informazioni riportate nei quotidiani di allora fossero state tendenzialmente diverse tra i vari organi di stampa, di più di quanto teoricamente non possa avvenire oggi. La diminuzione del numero delle testate che si osserva negli ultimi anni, non . solo in Italia, ma anche in tutto il mondo occidentale, dovuta a varie ragioni, ma principalmente a motivi di natura economico-strutturale, porta logicamente, come cons.eguenza, una ridotta differenziazione del contenuto dei giornali, e perciò si nota una tendenza all'uniformità non solo delle notizie, ma anche dei commenti, dell'atteggiamento insomma politico di fronte ai problemi che via via sorgono e verso i quali i giornali devono prendere posizione. Un'analisi più dettagliata della struttura della stampa quotidiana è oggi possibile, nonostante 'la mancanza di dati ufficiali o controllati, relativi alla tiratura, alla circolazione e alla diffusione dei giornali. Da quanto abbiamo potuto raccogliere, cercheremo di dare una visione della situazione in cui si trova oggi il Mezzogiorno in relazione alle possibilità degli strumenti pubblicistici esistenti e all'accesso che i recettori possono avere agli strt1menti stessi (2). La tabella N. 1 indica, oltre al numero dei quotidiani che escono 'nelle cinque regioni del Sud, il numero degli aqitanti, quello della popolazione adulta, cioè dai 16 anni in su, la presunta tiratura dei giornali e la loro . circolazione, che è stata valutata, in media, in un 15 % inferiore alla tiratura; infine, si ha l'indicazione del numero di copie in circolazione per ogni 1000 persone adulte. (2) I dati sulle tirature dej giornali provengono dalla U.P.A. (Utenti Pubblicità Associati) di Milano parzialmente convalidati dalla Federazione Italiana Editori di Giornali. Vedi anche Ignazio Weiss, La, stampa quotidiana in Italia, in « Comunità », Anno XI, n. 53, ottobre 1957. [9] iblioteca Gino Bianco ---=·

TABELLA I Numero, tiratura, circolazione dei quotidiani che escono nel Mezzogiorno 'I I I I I N. Abitanti Abruzzi l. 704.893 Campania 4 4.574.525 Puglie 2 3.386.882 Basilicata 652.932 Calabria 2.127.645 6 12.446.877 Adulti Tiratura 1.190.000 3.110.000 235.000 2.400.000 83.000 470.000 1.450.000 8.620.000 318.000 Circolazione 200.000 71 .000 271.000 ' N. copie per 1.000 adulti 64,3 29,2 31,4 Per inquadrare la situazione in cui si trova il Sud, in rapporto a quella esistente nella Repubblica, gioverà osservare che in Italia escono oggi 91 quotidiani (il Sud quindi rappresenta il 6,6_%), mentre la tiratùra e la circolazione totale vengono valutate 5.251.000 copie e 4.464.500 copie rispettivamente. Nel Sud la tiratura e la circolazione rappresentano il 6,0% del totale. Per quanto riguarda gli abitanti invece, il Mezzogiorno rappresenta il 25,3% e gli adulti il 24,2_% della popolazione adulta italiana. Perciò, se complessivamente ci sono in circolazione 90 esemplari di giornali ogni 1000 abitanti, e 125 copie ogni 1000 adulti, nel Sud la media è di 31,4 esemplari ogni 1000 adulti. La differenza, come si vede, è molto forte; ma bisogna fare due osservazioni a questo proposito : in primo luogo non si deve dimenticare che, nelle regioni considerate, vige il più alto tasso di analfabeti, semianalfabeti e analfabeti di ritorno. Nel Mezzogiorno, infatti, su 10 milioni circa di popolazione adulta (da 6 anni in su) esistono quasi S milioni di persone ·che non sono in grado di leggere un giornale. In secondo luogo occorre considerare, e lo analizzeremo in seguito, l'apporto dato dall'importazione di giornali dalle altre parti d'Italia nel Mezzogiorno. Delle venti provincie che comprendono le cinque regioni del Mezzogiorno, solo quattro sono sede di uscita di quotidiani. In sette capoluoghi di provincia con popolazione inferiore a 50.000 abitanti (Campobasso, Chieti, Teramo, Avellino, Caserta, Matera e Potenza), in otto capoluoghi con popolazione da 50 a 100.000 abitanti (L'Aquila, Pescara, Benevento, Salerno, Brindisi, Lecce, Catanzaro e Cosenza) e in due capoluoghi di provincia con popolazione superiore a 100.000 abitanti (Foggia e ReggiO Calabria) non esce nemmeno un quotidiano~ . [10] Biblioteca G"no Bianco

Per contro esce un solo quotidiano in due capoluoghi di provincia con popolazione superiore a 100.000 abitanti (Taranto e Bari), mentre gli altri quattro quotidiani meridionali escono tutti a Napoli. Dei sei quotidiani che escono nel Sud, quattro sono giornali del mattino e 2 del pomeriggio-sera. Tre escono sei volte la settimana, e tre sette volte la settimana. Per quanto.riguarda la tendenza politica, due quotidiani sono organi di un partito (« Roma » e « Napoli-Gazzettino della notte ») e gli altri quattro si dichiarano organi indipendenti (« Corriere del Giorno>> di Taranto e la « Gazzetta del Mezzogiorno >>di Bari, il « Mattino>> e il « Corriere di Napoli » di Napoli). I quattro giornali cosidetti indipendenti hanno tutti, salvo sfumature, una tendenza politica di centro-destra, filogovernativa. Dei quattro giornali napoletani, due(« Mattino)> e « Corriere di Napoli )>,che praticamente è l'edizione del pomeriggio del « Mattino >>)sono in realtà proprietà del Banco di Napoli, che a sua volta appartiene, come tutte le banche importanti, al gruppo I.R.I. Gli altri due (« Roma >>e Napoli-Gazzettino della notte», che è l'edizione serale del « Roma ))) appartengono al Comandante Lauro e sono organi ufficiali del suo partito. La « Gazzetta del Mezzogiorno >>di Bari è pure proprietà del Banco di Napoli, mentre l'altro quotidiano, di importanza puramente locale (« Corriere del Giorno » di Taranto), risulta ufficialmente proprietà della « Società Tipografico-Editrice Jonia », ma pare sia diretta emanazione della Democrazia Cristiana (3). · E' noto quanto sia importante, per la gestione di un quotidiano, l'appoggio dato dalla vendita dello spazio per scopi pubblicitari. Tutti i quotidiani del Sud, senza distinzione, hanno affidato la gestione del settore pubblicità a una sola società, la S.P.I. (Società per la Pubblicità in Italia), con sede a Milano e di capitale prevalentemente svizzero. Data la (3) Sulla stampa quotidiana in Italia è apparsa recentemente una serie dj articoli sul settimanale radicale « L'~spresso », Anno. V, n. 21 del 24 maggio 1959, n. 22 del 31 maggio 1959,n. 23 del 7 giugno 1959,n. 24 del 14 giugno 1959, n. 25 del 21 giugno 1959e n. 26 del 28 giugno 1959. Un'altra serie di articoli sulla stampa meridionale, dovuta alla penna dj Giovanni Cervigni, è apparsa su « La Voce Repubblicana » del 26 maggio, 27 maggio, 4 giugno, 9 giugno e 17 giugno 1959. [11] iblioteca Gino Bianco

relativamente bassa tiratura e quindi vendita di tutti i quotidiani del Sud,. l'apporto pubblicitario è essenziale per la loro vita: la S.P.I. spesso funziona da finanziatore occulto, garantendo e anticipando ricavi di pubblicità in modo da sostenere il bilancio deficitario dei quotidiani, soprattutto di quelli piccoli. E' il concessionario della pubblicità che riesce a far affluire anche a quotidiani di scarsa importanza l'apporto pubblicitario delle grandi industrie ed enti del Nord e del Centro d'Italia in quantità talvolta superiore ed a prezzi spesso sproporzionati alla effettiva circolazione e prestigio dei giornali. Se vogliamo dividere i quotidiani del Mezzogiorno per classe di tiratura, si vedrà che tre giornali rientrano nella categoria dei piccoli giornali (con tiratura inferiore alle 50.000 copie); due sono medi giornali (con tiratura da 50 a 100.000 copie) e uno solo può essere considerato grande (con tiratura superiore alle 100.000 copie). La inedia di tiratura dei giornali piccoli è di circa 17.000 copie; quella dei rriedi di circa 67.000 copie, mentre l'unico grande ha una presunta tiratura dì circa 130.000 copie. Esaminata la situazione della stampa quotidiana, che esce nel Mezzogiorno, sarà opportuno, per completare l'analisi dell'influenza che possono esercitare i diversi strumenti pubblicistici nel Sud, rivolgere la nostra attenzione ai recettori delle comunicazioni, cioè al pubblico. Da una indagine fatta fare recentemente dall'U.P.A. (Utenti Pubblicità Associati) (4), potremo ricavare parecchi dati interessanti. L'indagine di cui parliamo è stata eseguita per conoscere il numero e la qualità dei lettori di quotidiani e periodici, dei radioascoltatori, dei cine e telespettatori. Per « lettore )) deve intendersi chi ha anche solamente sfogliato un . quotidiano, un settimanale, una rivista. E poichè un singolo esemplare di un organo di stampa può essere letto o sfogliato normalmente da più di una persona, i dati relativi al numero di lettori non possono in nessun modo far dedurre nè la circolazione, nè tantomeno la titratura dei singoli organi di stampa. In molte zone del Sud si sa che esiste, per esempio, il sistema (4) Indagine nazionale sui lettori dei quotidiani e dei periodici, sui telespettatori, radioascoltatori e cinespettatori eseguita dalla DOXA, Istjtuto per le Ricerche Statistiche e l'Analisi dell'Opinione Pubblica, e dalla SIRM, Società Italiana Ricerche di Mercato, per incarico dell'U.P.A., Utenti Pubblicità Associati e con la partecipazione della O.TI.PI., Associazione Organizzazioni di Tecnica Pubblicitaria, Milano, 1958 (edizione privata fuori commercio). . [12] Biblioteca Gino Bianco

di « affittare » il giornale, anzichè vender lo : ecco che il lettore del g~ornale affittato apparirà appunto com~ « lettore >>, mentre quella copia del giornale, restituita poi all'editore come resa, non risulterà compresa nella cifra della circolazione. Inoltre non è detto che il numero dei lettori per ogni copia di giornale sia costante e fisso, sia per il singolo giornale, che nelle varie zone di diffusione dello stesso giornale : perciò può darsi che due giornali, di tiratura e di circolazione assai diversa, abbiano lo stesso 11umero di lettori, mentre, d'altra parte, può succedere che due organi di stampa di quasi uguale tiratura abbiano un numero di lettori molto diverso. TABELLA 2 Lettori e non lettori dei quotidiani del mattino e del pomeriggio-sera nel Su d (in migliaia) a) quotidiani del mattino : non lettori . 6.130 71,1% lettori . 2.490 28,9% 8.620 100,0% e precisamente: un quotidiano . 2.020 due quotidiani . 360 tre quotidiani . 70 quattro quotidiani . 10 cinque quotidiani o più . 30 2.490 b) quotidiani del pomeriggio e della sera: non lettori . 8.410 97,5% lettori . 210 2,5% 8.620 100,0% e precisamente : un quotidiano . 190 du equotidiani . 20 tre o più . 210 I lettori della stampa quotidiana del mattino in Italia rapprese11tano il 40,1 % del numero degli abitanti adulti (di età superiore ai 16 anni), mentre se si prende in considerazione il Sud, i lettori corrispondono al ~8,9 della popolazione adulta del Sud (8.620.000). In cifra assoluta, i lettori nel Sud sono 2.490.000, contro 6.130.000 di non-lettori. Questo per quanto riguarda i giornali del mattino. · Per i quotidiani del pomeriggio-sera, i lettori, in Italia, rappresentano ... : [13] iblioteca Gino Bianco ·

il 5,3.% della popolazione adulta; nel Sud il 2,5%: in cifra assoluta, 210.000. Il divario è assai notevole. e può essere spiegato non solo, come abbiamo già notato, con la forte percentuale di analfabeti e semianalfabeti esistente nel Sud, fila anche con la condizione certamente più arretrata dal punto di vista economico e sociale della popolazione del Mezzogiorno. Ma vediamo ora quali giornali leggono i due milioni e mezzo circa di lettori di quotidiani nel Sud. La tabella N. 3 cerca di fare un'analisi, divisa per le cinque regioni del Sud, dei quotidiani del mattino e del pomeriggio-sera letti dagli abitanti del Meridione. Abbiamo diviso i quotidiani per la loro provenienza, mettendo accanto a quelli che escono nel Sud, quelli che sono stampati in Sicilia, nel Centro, e nel Nord d'Italia. L'asterisco indica un numero esiguo di lettori inferiore ai 10.000. Non abbiamo tenuto conto di alcuni pochi giornali che hanno un numero di lettori insignificap.te (5). Il totale generale indicato nella tabella N. 3, è superiore al numero di lettori di giornali del mattino indicato nella tabella N. 2, perchè una parte di lettori legge o sfoglia più di un giornale, mentre, per i giornali della sera è inferiore non essendo comprese le copie inferiori alle 10.000, indicate con un asterisco. Appare evidente una notevole importazione nel Sud di quotidiani di altre regioni, e specialmente da quelle del Centro (Roma). Infatti, mentre i giornali del mattino che escono nel Sud hanno 1.630.000 lettori, i quotidiani del mattino di Roma ne hanno oltre un milione; pochi so110 in compenso i lettori di giornali siciliani (Messina) e ancora meno quelli di quotidiani del Nord. La cosa è abbastanza spiegabile con la configurazione geografica della · penisola. L'invadenza notevole dei giornali di Roma, a parte ragioni politiche, non depone molto a favore per le imprese giornalistiche del S11d d'Italia. Se i quotidiani stampati nel Mezzogiorno fossero meglio rispondenti alle esigenze dei lettori meridionali, non si spiegherebbe perchè poco men.o della metà dei lettori preferisca giornali provenienti da altre regioni. E' vero che molti dei giornali romani dedicano pagine speciali di cronaca alle città del Sud, ma questo fatto conferma soltanto che molti lettori non (5) Non appare per esempio tra i quotidiani del Nord « Il Giorno » che complessivamente ha nel Mezzogiorno circa 20.000 lettori, distribuiti però tra la Campania, le Puglie e la Calabria, in numero inferiore a 10.000. per ciascuna regione. [14] Biblioteca Gino Bianco

TABELLA 3 Quotidiani del mattino e della sera letti nel Mezzogiorno (N. lettori in migliaia) Abruzzi Campania Puglie Basilicata Calabria TOTALE a) quotid. del mattino che escono nel Sud : Corriere del Giorno . Gazz. del Mezzogiorno Mattino . . . . . * Roma ...... * Lettori quot. del Sud . b) quotid. del mattino che escono in Sicilia : Gazzetta del Sud . . Lettori quot. della Sicilia .. ' ' e) quot. del mattino che ;· ...- :1 1; .• '. .. !1 :: escono nel Centro: Avanti . . . . . . 20 Corriere dello Sport . 40 Messaggero . . . . 70 Osservatore Romano . * Popolo . . . . . 20 Quotidiano . . . . * Secolo d'Italia . . . * Tempo . . . . . 80 Unità . . . . . . * Lettori quot. del Cen(ro d) quotid. del mattino che escono nel Nord : Corriere della Sera . Gazzetta dello Sport . Stampa . . . . . Lett. quot. del Nord 230 * 560 390 * 50 60 20 20 20 50 * 90 70 20 40 20 950 380 80 60 590 * * 30 50 + * * 20 70 40 i. * * · t1 · · LI 650 210 Lettori quot. altre reg. Totale generale . . . a) quotidiani della sera 230 460 210 che escono nel Sud : Corriere di Napoli . Napoli - Gazz. Notte . Lettori quot. del Sud . b) quot. della sera che escono nel Centro : Giornale d'Italia . . * Momento Sera . • • 20 Paese Sera . . . . Totale quot. sera altre . . regioni . . . • • Totale generale . 230 1410 860 20 20 50 25 75 ,. ' * 20 20 20 95 20 20 ~ ·. : . ;, '[15] Biblioteca Gino Bianco 30 * * * * 30 * * - * 30 30 - . * * * 130 30 40 20 * * * 50 20 * * 130 160 60 590 590 390 130 130 190 110 20 40 50 20 320 130 20 40 20 1630 130 1010 80 30 290 1220 60 290 2850 - 50 25 30 50 * 20 20 30 30 75 90 165

trovano nei quotidiani del Mezzogiorno quanto desiderano e aspirano di trovare. Si notino in·fine le bassissime quantità di lettori, soprattutto negli Abruzzi, nelle Puglie, in Basilicata e in Calabria, in relazione alla popolazione adulta ivi residente (vedi tabella N. 1). Riteniamo interessante fare un'analisi dei lettori meridionali per quanto concerne la tendenza politica dei giornali da essi letti. E' sempre controverso il problema se il lettore sceglie il giornale che meglio rispecchia il suo atteggiamento politico, oppure se è compito, funzione della stampa, quella di cercare di ottenere l'adesione dei suoi lettori ai principi ideologici che essa sostiene e di cui si fa promotrice. E' molto probabile comunque, e lo dimostrano diverse constatazioni fatte non solo in Italia, che sono molteplici le ragioni per le quali un lettore acquista e normalmente rimane fedele a un determinato giornale. La tendenza polìtica può essere solo uno degli elementi che determinano la sua scelta, mentre molti altri fattori, connessi anche ~Ila maniera in cui un lettore l~gge un quotidiano, inducono il lettore a preferire un organo di stampa in confronto ad un altro. La cronaca locale, per esempio, molto spesso è l'unica parte del giornale letta con interesse; altri lettori scorrono soltanto i titoli di un quotidiano, e con questo tipo di lettori avrà più fortuna quel giornale che sa condensare in poche parole l'essenza della notizia e dell'informazione. Altri organi di stamp~ possono influenzare la preferenza di alcuni lettori con la parte illustrativa, con le immagini; altri ancora, per una certa speciale classe sociale, con la terza pagina; altri infine con gli avvisi economici o col settore dedicato allo sport, e così .via. Comunque non ci sembra privo di interesse vedere la maniera in cui si articolano le preferenze dei lettori meridionali in relazione alla tendenza politica dei giornali. La tabella 4 dà questa indicazione. I giornali di centro raccolgono il 74,3_%dei lettori meridionali; quelli che preferiscono leggere i quotidiani di sinistra rappresentano il 10,1 o/o, mentre gli affezionati ai giornali di destra ammontano al 15,6%. Data la situazione economico-sociale imperante nel Sud della penisola, ci si potrebbe attendere una aliquota assai più alta di lettori per i giornali della sinistra; mentre, d'altra parte, può sorprendere che la stampa di destra trovi più lettori di quella di sinistra. Un confronto con i. risultati delle ultime elezioni politiche del 1958 comproverebbe che non esiste, come del resto si è verificato nel nostro [16] Biblioteca Gino Bianco

TABELLA 4 -■ C"' Lettori del. Sud per tendenza politica d~i quotidian·i del mattino e della sera - ■ (cifre in migliaia) o ' ,.... CD I I Abruzzi I Campania I Puglie I Basilicata I Calabria I TOTALE I % (1 . Q) I di sinistra: G) Avanti . . . - . . . . 20 50 30 * 30 130 -■ 70 40 * 20 130 ::J Unità . . . . . . . * o Paese Sera - 20 - - - 20 • . . . . OJ I Totali . . 20 140 70 - 50 280 I 1 o, 1 . . . . . ==- ■ Q) di centro: ::J Corriere del Giorno . 60 - * I 60 (1 . - - o Gazzetta del Mezzogiorno - * 590 - * I 590 Mattino . . . . . . * 560 * 30 * 590 Gazzetta del Sud . . . - * - - 130 130 Messaggero 70 20 * ~ 20 110 . . . . . - Osservatore Romano . . * 20 - - - 20 ~ Popolo . . . . . . . 20 20 * * * 40 r--, Quotidiano * 50 * * 50 ~ . . . • . - '-l Tempo . 80 90 70 30 50 320 '---' . . . . . . Corriere della Sera . . . - 20 * * * 20 Stampa . . . . . . - 20 - - - 20 Corriere di Napoli . . - 50 - - - 50 Giornale d'Italia . . . * * 20 - 30 50 , Momento-Sera . . . . 20 - - * * 20 Totali . . . . . • . 190 850 740 60 230 2070 . I 74,3 di dest-a: Roma . . . ~ . . . * 390 * * - 390 Secolo d'Italia . . . . * * 20 - * 20 Napoli - Gazz. Notte . . - 25 - - - 25 Totali . . . . . . . - 415 20 - - 435 15,6 I . I I I I 2785 100,0 ì I sportivi: I 40 - Corriere dello Sport •. 60 50 * 40 190 Gazzetta dello Sport . . * 40 * - * 40 Totali . . . . . . . 40 100 50 - 40 230 Totali generali . . • 250 8,3% 1505 49,9% 880 29,2% 60 1,9% 322 10,7% 3015

paese in generale, un parallelismo proporzionale tra la tendenza politica dei giornali letti e i voti espressi per la scelta dei rappresentanti alla Camera dei Deputati. Le sinistre hanno ottenuto un numero di suffragi assai superiore alla diffusione della loro stampa nel Mezzogiorno (37,1 _%); e il contrario si può dire per i partiti -del centro: la loro stampa dimostra una diffusione superiore a quella che è stata, proporzionalmente, la scelta dei voti (45,8_%). Si deve constatare ancora una volta che l'influenza della stampa sulle convinzioni e soprattutto sugli atti politici della popolazione è quasi trascurabile. Probabilmente sono altri i fattori pubblicistici che condizionano le decisioni degli elettori: forse strumenti diretti come le riunioni di piccoli gruppi, nella parrocchia, nella cellula; forse ragioni di clientela e di rapporti personali determinano la scelta assai più degli strurnenti mediati come la stampa, la radio, la televisione, che possono sì preparare, in forma estremamente generica, un certo ambiente, ma. non influenzano direttamente una scelta concreta. Tre sono i quotidiani più importanti ':he escono nel Mezzogiorno: il « Mattino )) e il !« Roma )) di Napoli, la « Gazzetta del Mezzogiorno )> di Bari. Giova perciò analizzare più da vicino, mettendoli a raffronto, i lettori di questi tre giornali. TABELLA 5 Confronto tra « Mattino n, «Roma>>, « Gazzetta del Mezzogiorno >> (lettori in migliaia) I) N. lettori: 2) Sesso: . . uom1n1 . . . donne . . 3) Gruppi di età : « Mattino >) . . « Roma >> . . . I « Gazzetta >> . . Biblioteca Gino Bianco « Mattino >) 630 % 430 68,2 200 31,8 630 100,0 16-24 % 25-34 % 140 22,2 130 20,6 90 22,5 80 20,0 140 23,3 130 21, 7 [18] « Roma» 410 % 300 73, I 110 26,9 410 100,0 35-44 % 45-64 % 130 20,6 190 30,2 60 15,0 140 35,0 140 · 23,3 160 26,7 « Gazzetta del Mezzogiorno » 600 40 20 60 oltre 64 40 30 30 o o o % 6,4 7,5 5,0 % 66,6 33,4 100,0 totale % - 630 100 400 100 600 100

4) Condizione economico-sociale: Superiore o/c Media % inferi ore o/c inferiore % totale % medio sup. 0 medio infer. o « Mattino » . . 140 21,8 290 45,3 150 23,5 60 9,4 640 100 «Roma» • . . 80 19,6 170 41,5 110 26,7 50 12,2 410 100 « Gazzetta » . . 120 20,0 230 38,3 190 31,7 60 10,0 600 100 5) Ripartizioni geografiche: Nord Centro Sud Isole TOTALE « Mattino » . . - * 610 * 610 « Roma>> . . . - * 400 * I 400 « Gazzetta n . . - * 600 - 600 6) Regioni: Abruzzi Campania Puglie Basilicata Calabria TOTALE « Mattino » . . * 560 * 30 * 590 « Roma » . . . * 390 * * - 390 « Gazzetta » . * 590 * 590 . . - - 7) Grandezza di comuni : .... meno di 5-10 10-30 30-100 più di totale % 5.000 % 1nila % mila % mila % 100.000 % , « Mattino » 140 21,9 170 26,5 120 18,8 90 14,0 120 18,8 640 100 «Roma» . 70 17,5 90 22,5 90 22,5 50 12,5 100 25,0 400 100 « Gazzetta » 20 3,4 50 8,3 150 25,0 200 33,3 180 30,0 600 100 8) Gruppi professionali: ~~-,- Addetti agricoli Altri rami . % oper. % casal. % altri % Totale . d' o/c d' ~ prof. % artig. % 1mp. 1n1p. o 1pen. o Mattino 40 6,3 30 4,7 40 6,3 100 15,7 100 15,7 90 14,0 110 17,2 130 20,1 640 ' Roma 30 7,3 20 4,9 20 4,9 100 24,4 50 12,2 50 12,2 60 14,6 80 19,5 410 Gaz1etta 30 5,0 30 5,0 30 5,0 110 18,4 110 18,4 70 11,6 130 21,6 90 15,0 600 Il « Mattino » ha compl~ssivamente circa 630.000 lettori, di cui 430.000 maschi e·200.000 femmine; il « Roma >>, invece, che in totale può contare su circa 400.000 lettori, ha una percentuale maggiore di maschi in confronto alle femmine (73,1_% contro ~6,9%); la « Gazzetta del Mezzogiorno », che ha complessivamente circa 600.000 lettori, conta su 400.000 maschi e 200.000 femmine. Se si esaminano i lettori dei tre _giornaliper gruppi di età, si vedrà che, mentre quelli del « Mattino » e della « Gazzetta » quasi si equivalgono percentualmente, quelli del « Roma » sono più numerosi nelle categorie [19] Biblioteca Gino Bianco

di età più alte. Infatti, i lettori del « Roma » di età tra i 35 e i 44 anni rappresentano solo il 15_% (mentre per il « Mattino >>rappresentano il 20,6% e per la« Gazzetta>> il 23,3%); quelli di età dai 45 ai 64 anni invece costituiscono ben il 35 % (per il « Mattino >>il 30,2 % e per la « Gazzetta >> il 26,7%). In relazione alla condizione economico-sociale dei lettori, quelli del « Mattino >>sono reclutati principalmente nella classe media ( 45 ,3 %); al secondo posto sta la classe inferiore e medio-inferiore (23,5 %); al terzo posto la classe superiore e medio-superiore (21,8%). Il « Roma >> trova i suoi lettori più affezionati pure nella classe media (41,5), ma ne ha proporzionalmente di più del « Mattino >> nelle classi inferi ore e medioinferiore (26,7%) e nella classe inferiore (12,2% contro il 9,9% del « Mattino >> ). I lettori del « Roma » appartenenti alla classe superiore e medio-superiore rappresentano il 19,6%. La « Gazzetta del Mezzogiorno » divide invece i suoi lettori col 38,3% nella classe media, il 31,7% nella classe inferiore e medio-inferiore, e il 20% nella classe superiore e 1nediosuperiore. Tra la classe inferiore, il più letto è il Roma (12,2%) ; al secondo posto va la « Gazzetta >> (1 O%), al terzo posto il cc Mattino >>(9,4 %). Tutti e tre i quotidiani sono letti quasi esclusivamente nel Sud: pochi sono i lettori del « Mattino >>e del cc Roma >> nel Centro e nelle Isole; pochi i lettori della « Gazzetta del Mezzogiorno >> nel Centro. Nelle regioni del Sud il « Mattino >> è letto prevalentemente nella Campania e nella Basilicata (590.000 lettori), il « Roma >>nella Campania e per un numero insignificante di lettori negli Abruzzi, nelle Puglie e in Basilicata; la « Gazzetta del Mezzogiorno >> è letta prevalentemente nelle Puglie e per un numero insignificante di lettori nella Campania e in Calabria. Per quanto concerne la distribuzione dei lettori di questi tre giornali secondo grandezza di comuni, si osserverà che il « Mattino >>li recluta quasi uniformemente tra gli abitanti dei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti e quelli delle città con più di 5.000 abitanti; il « Roma >> è letto meno nei comuni piccolissimi e di più in quelli da 5 a 30.000 abitanti; la « Gazzetta del Mezzogiorno » invece ha pochissimi lettori nei comuni piccoli e più lettori, in confronto agli altri due giornali considerati, nei comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti. Un'ultima classificazione per gruppi professionali dimostra che il . l20] Biblioteca Gino Bianco

« Mattino>> e il « Roma >>sono ietti in percentuali abbastanza diverse tra gli addetti all'agricoltura indipendenti (6,3% e 7,3% rispettivamente), tra i professionisti (6,3_% e 4,9%), tra gli artigiani (15,7% e 24,4%). La « Gazzetta del Mezzogiorno >) ha una percentuale quasi identica a quella del « Mattino » per gli addetti all'agricoltura (indipendenti e dipendenti), per i professionisti, per gli operai; ha invece una percentuale maggiore degli altri due giornali tra gli impiegati e soprattutto le casalinghe. Oltre ai quotidiani, è opportt1no esaminare i dati di lettura almeno di una classe di altri periodici e precisamente dei cosidetti « rotocalchi >> di attualità. Restringiamo l'indagine a 15 settimanali che appaiono nella tabella N. 6. Candido . . . Epoca . . . . Gente . . . . Domenica del Corriere Settimana Incom . . Tribuna Illustrata . . Ore . . . . . Espresso . . . . . Europeo . . . Oggi • . . Rotosei . . . . Settimo Giorno Tempo . . . . . . Vie Nuove . . . . . Visto . . . . . TABELLA 6 Lettori di settimanali d'attualità (in migliaia) Abruzzi Campania * 20 50 220 * 30 110 250 20 60 30 90 * * * 40 * 80 70 230 * * * 40 60 200 * 20 40 360 1300 l settimanale . . 2-3 settimanali . . 4 e più settimanali . non lettori . . . Puglie * 160 * 280 40 40 40 30 40 210 30 20 170 20 30 1110 . 1300 640 130 Basilicata * 20 * -;V,: .. * * * * 20 40 2070 24% . 6540 76% 8610 100% Calabria TOTALE * 20 60 490 ·)i: ·, 30 90 750 -:X: 120 20 180 * 40 20 90 20 140 60 570 * 30 20 80 90 540 20 40 20 110 420 3230 I non-lettori di questo gruppo di settimanali rappresentano il 76_% della popolazione adulta del Mezzogiorno, mentre i lettori corrispondono [21] Biblioteca Gino Bianco

al 24%. Nel Mezzogiorno pertanto i settimanali trovano un numero di lettori ancora inferiore a quello _deiquotidiani. Forse una delle ragioni di questo fatto è da attribuirsi al più alto costo dei rotocalchi che in regioni povere impedisce una più vasta circolazione. D'altra parte risulta evidente che la percenuale di lettori di due~tre settimanali è relativamente alta : questo dimostrerebbe che i rotocalchi sono letti da un gruppo di persone che hanno più alte possibilità finanziarie. Se i settimanali a diffusione nazionale hanno in genere meno spiccato carattere politico, tuttavia si può tentare dì dividerli per tendenza nelle tre classi che abbiamo adottato per i quotidiani : sinistra, centro, destra; in più, forse, è opportuno aggiungere la categoria « neutri », cioè senza tendenza politica. Proponiamo questa suddivisione: Settimanali di sinistra : Espresso . Vie Nuove di Centro: Epoca Settimana Incom . Europeo Tempo di destra: Candido Gente Oggi neutri: Domenica del Corriere . Tribuna Illustrata Ore Rotosei . Settimo Giorno . Visto . Totale lettori 90.000 40.000 490.000 120.000 140.000 540.000 20.000 30.000 570.000 750.000 180.000 40.000 30.000 80.000 110.000 % 130.000 4,0 1.290.000 39,9 620.000 19,3 1.190.000 36,8 3.230.000 100,0 Se dividiamo i lettori di settimanali per regione, otteniamo la seguente tabella : Abruzzi 360.000 11, l Campania . 1.300.000 40,3 Puglie • 1.110.000 34,4 Basilicata 40.000 1,2 Calabria 420.000 13,0 TOTALE . 3.230.000 100,0 I Biblioteca Gino Bianco [22]

Oltre ai quotidiani e ai settimanali esistono oggi altri tre strumenti importanti per le comunicazioni di massa: la radio, la televisione e il cinema. Non si possono trascurare questi altri mezzi d'i.nformazione, se si vuole avere un quadro abbastanza completo della struttura pubblicistica del Mezzogiorno. TABELLA 7 Numero ascoltatori e spettatori in migliaia Ascolto radio : non ascoltano ascoltano: meno di 1 volta la settimana . . 1-2 volte la settimana . . . 3-4 volte la settimana tutti i giorni o quasi . Frequenza televisione: non assistono . assistono: meno di I volta la settimana . . 1-2 volte la settimana . . . 3-4 volte la settimana tutti i giorni o quasi . . Frequenza al cinema: non vanno al cinema . vanno al cinema : I voi ta al mese . 2-3 volte al mese . . . . . . . . . . . . . . . . . I volta la settimana . . . . 2 o più volte la settimana . . . . . . . . . . 2580 1470 780 860 2920 8610 3670 2060) 1240 ( 760 \ 890} 8620 4840 630 1100 1220 830 8620 6030 4950 3780 % 29,9 70,I 100,0 % 42,6 57,4 100,0 % 56, l 43,9 100,0 · I radioascoltatori nel Mezzogiorno rappresentano una percentuale assai più alta di quella dei lettori di quotidiani (70,1% cotro 28,9_%). Probabilmente questa così forte differenza è dovuta, almeno parzialmente, al diffuso analfabetismo, specie in alcune regioni del Sud. (23] iblioteca Gino Bianco I

IO ascoltano RAD non ascoltano . . TELEVISIONE non assistono assistono . . CINEMA . . . . non vanno al cinema . . . vanno al cinema Abruzzi % . 390 32,5 810 67,5 1200 100,0 520 43, 7 670 56,3 1190 100,0 800 66,7 400 33,3 . 1200 100,0 TABELLA 8 Campania Puglie Basilicata Calabria % % % % 780 25,0 700 29,2 210 45,7 510 35,2 2340 75,0 1690 70,8 250 54,3 940 64,8 3120 100,0 2390 100,0 460 100,0 1450 100,0 980 31 ,5 1190 49,6 240 51, I 750 51,4 2130 68,5 1210 50,4 230 48,9 710 48,6 3110 100,0 2400 100,0 470 100,0 1460 100,0 (*) 1630 52,4 1060 44,5 630 78,3 980 67,6 1480 47,6 1330 55,5 100 21,8 470 32,4 3110 100,0 2390 100;0 460 100,0 1450 100,0 (*) Essendo tutte le valutazioni arrotondate alla più vicina decina di migliaia, la somma delle valutazioni parziali non può sempre coincidere esattamente con la valutazione globale. In quelle più arretrate (Basilicata e Calabria), anche l'ascolto radio però è inferiore a quello delle altre regioni. Da osservare inoltre che l'ascolto radio per circa metà dei radioascoltatori viene effettuato tutti i giorni o quasi: questo particolare dimostra forse che la radio, cioè uno strumento auditivo, sostituisce la stampa quotidiana, mezzo visivo. La televisione ha poco più di due anni di vita nel Mezzogiorno, tuttavia si dimostra molto seguita; la percentuale dei telespettatori è più che doppia in confronto a quella dei lettori di quotidiani; e inoltre la metà dei telespettatori segue la televisione con un ritmo di almeno una volta alla settimana. Si può così osservare che la radio ha un ritmo d'ascolto più vicino a quello del quotidiano, mentre la televisione è paragonabile al ritmo dei settimanali. Anche per la televisione però la Basilicata e la Calabria dimostrano dati di frequenza inferiori a quelli delle altre regioni del Sud. Abbastanza sorprendente è invece la situazione di coloro che vanno al cinema : le percentuali dei frequentatori del cinema sono assai vicine a quelle dei lettori di giornali (non del Mezzogiorno, ma di tutta Italia): in qualche caso (per la Basilicata) sono addirittura inferiori. Restringendosi al Mezzogiorno, anche la frequenza al cinema però (con prevalente ritmo Biblioteca Gin Bianco [24]

settimanale) mostra percentuali assai più alte di quelle dei lettori di ·quotidiani. Se dobbiamo considerare l'informazione come uno dei diritti di ciascun individuo, che non vuole e non può essere escluso dalla vita sociale; se l'informazione è oggi ritenuta un servizio d'interesse pubblico; se l'accesso alle informazioni è una necessità per poter avere parte attiva entro la società, bisogna riconoscere che la struttura degli strumenti pubblicistici nel Mezzogiorno non riesce a coprire quelle che dovrebbero essere le aspirazioni e le necessità di una popolazione civile europea. La st1mpa quotidiana, l'abbiamo visto, che esce nel Sud, deve essere integrata da un forte afflusso di giornali da altre parti d'Italia e soprattutto dal Centro: questo fenomeno, che non si riscontra in maniera così pronunciata per nessuna altra regione italiana, dimostra inequivocabilmente che la stampa meridionale è deficiente soprattutto per qualità. Nonostante l'analfabetismo assai diffuso, nonostante quindi che la popolazione adulta in grado di leggere t1n giornale sia in numero ridotto, tuttavia quasi metà della popolazione ricorre a giornali importati per poter soddisfare il suo desiderio di informazione. Per sei quotidiani che escono nel Sud, vengono letti altri 16 quotidiani (fra quelli del mattino e della sera) che escono fuori del Mezzogiorno. Per quanto concerne l'influenza politica della stampa, si può dire che, come per il resto d'Italia, la stampa non determina direttamente le scelte politiche: un raffronto coi risultati· delle elezioni politiche è abbastanza indicativo in proposito. Non esiste nel Mezzogiorno un organo di stampa importante che non sia legato a interessi ben precisi : la proprietà di tre giornali su sei è nelle mani di organismi parastatali. La radio e la televisione, è noto, sono altri due monopoli nelle mani del governo centrale. Solo il cinema, ed è lo strumento meno gradito dai meridionali, può fino ad un certo punto rappresentare attraverso i suoi notiziari tendenze non del tutto conformiste, per quanto entro limiti assai ristretti. L'unica possibilità per la popolazione meridionale di sentire delle voci non conformiste è data dalla lettura dei giornali, dei settimanali, che provengono da altre parti d'Italia, e si è visto che, anche in questo caso, è assai limitata la diffusione di organi di sinistra o di destra, in confronto alla parte pre·ponderante della stampa di centro, che oggi si identifica con quella filogovernativa o comunque conformista in tesi generale. [25] .Biblioteca Gino Bianco

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