nella fantasia popolare al « mito americano >>, al mito della terra lontana e felice in cui la vita era più agiata e più facile, più umana. Come coscienza sociale la « civiltà contadina >> è franata appunto quando nelle masse si è delineata la consapevolezza dell'esistenza di civiltà più alte e l'aspirazione ad inserirsi in esse. Alcuni decenni di pratica migratoria, i rapporti allacciati nel corso di circa ottant'anni fra i più sperduti e isolati borghi appenninici e le maggiori metropoli americane, o europee ed italiane, la stessa compressione dell'emigrazione durante il periodo fascista, le vicende da noi già notate per il periodo più recente hanno determinato semmai un allargamento irreparabile della frana. In ultima analisi la pretesa polemica a favore della civiltà contadina significa soltanto attardarsi a rimpiangere e a tentare di restaurare una convivenza sociale rinnegata dai suoi stessi membri. E che si tratti di un rinnegamento totale può provare la circostanza irrefutabile che, partendo dal Sud « contadino >>, non altre e migliori e più feconde campagne l1anno cercato gli emigranti meridionali, ma la congestione vorticosa delle grandi città, Pantitesi più integrale all'immobile e silenziosa società lasciata dietro le proprie spalle. L'emigrazione meridionale - è noto - è una emigrazione che anche oggi va ad ingrossare il sottoproletariato e il basso proletariato delle grandi città, non è ( o è soltanto in misura minima) emigrazione di pionieri e di colonizzatori. Ma, se tutto ciò è vero, lo studioso di scienze sociali ha certamente un terreno d'indagine assai più fecondo di quello dell'indagine sulle strutture della « civiltà contadina >) nel ricercare quali siano state e siano nel tempo la formazione e la modificazione della predisposizione all'emigrazione di massa; nel ricercare quali miti abbiano sostituito o vadano sostituendo i vecchi miti contadini e quale posto occupi, fra i miti nuovi, quello della fiducia nella possibilità concreta e nella convenienza di un mutamento delle proprie condizioni sol che si lasci il proprio paese di origine. Nell'attuale società contadina del Sud sono questi, insieme con altri ai quali non è qui il luogo di accennare, gli elementi che prevalgono, non quelli del passato irrevocabile.Ed è notevole semmai la spontaneità e il vigore col quale, appena è stato possibile, hanno ripreso in questo dopoguerra i movimenti emigartori dal Mezzogiorno, rivivendo in direzioni mutate esperienze e stati d'animo ancor vivi e attivi nella memoria collettiva: testimonianza di µno spirito di rinnovamento del quale è impossibile non tener contq! Bibliotecaginobianco
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