Nord e Sud - anno VI - n. 57 - agosto 1959

àssicurava uho strumento di propaganda e di pressione psicologica suscettibile di notevoli sviluppi, e al tempo stesso legava a sè strettamente non solo gli azionisti dell'URI, ma anche un settore quanto mai bisognoso di favori e spinte com'era quello elettromeccanico. Le notizie, abbiamo accennato sopra, potevano essere diffuse solo sotto speciali garanzie. Queste garanzie consistevano nel visto dell'autorità politica locale: « a tal uopo, a spese della società, un funzionario competente potrà essere distaccato presso gli uffici trasmittenti )), precisava l'art. 13 del decreto. Il visto preventivo non occorreva però allorquando le notizie erano fornite dall'agenzia autorizzata dal Governo. In questo modo il controllo governativo sui notiziari era totale: nessuna notizia sgradita al nascente regime poteva raggiungere i microfoni della radio. Era, alla fine del 1924, una sintomatica anticipazione dello spirito delle leggi eccezionali. Naturalmente, in paragone alle altre di quegli anni, questa fu un'operazione minore del fascismo. Per lungo tempo l'efficacia del nuovo strumento incontrò un limite decisivo nel bassissimo tenore di vita della grande maggioranza degli italiani. Gli abbonamenti non erano certamente regalati: il canone annuo partiva da 20 lire per apparecchio ad una valvola per salire fino a 180 lire per apparecchio a cinque valvole. Inoltre le zone servite dalla radio corrispondevano ad una modesta parte del territorio nazionale. Infine molti comuni rurali di queste stesse zone erano ancora privi di impianti elettrici, e restavano così automaticamente esclusi dalle radioaudizioni. Non sorprende, quindi, che nel 1927 gli abbonamenti, tra privati e speciali (esercizi pubblici, circoli, ecc.) ammontassero a poco più di 40.000 (10). Basti un solo confronto: l'Inghilterra, con una popolazione appena più numerosa di quella italiana, contava nello stesso anno oltre 2.250.000 abbonati alla radio (11). Questo stato di cose è alla base della riforma decisa dal Governo fascista nel 1927, e attuata per mezzo di un nuovo decreto (12). L'intenzione di « potenziare )) lo strumento radiofonico, per ampliarne l'influenza, aumentarne il prestigio e renderlo più attivamente fascistico, appare evidente in quelle disposizioni. (10) Cfr. Gli abbonamenti alle radiodiffusioni nel 1957, edito dalla RAI, parte III, « Confronti storici », pag. 89. (11) Cfr. BBC Handbook 1959, London) BBC, pag. 206. (12) R. D. Legge 17 novembre 1927, n. 2207. ' [17] - ibliotecaginobianco

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