Nord e Sud - anno VI - n. 56 - luglio 1959

tedesco? - Tu amare tedeschi? Essere tedesca tu? - No, no ... ma ... io ... - Ascolta ... io pilota americano ... apparecchio colpito ... sceso con paracadute ... a.ltro amico sceso anche lui, dev'essere qui vicino ... bruciati vestiti per non essere scoperto ... - Sì, si, capisco, capisco ... - Aspettami qui ... porterò qualche cosa ... - Tu essere più bella ragazza del mondo ... Grossa fortuna avere incontrato te ... - Sì, sì, me lo direte quando avrete i pantaloni ... » (65). Ma, mentre nelle pagine dell'Intrepido albeggiavano le fortune delle ~ maggiorate fisiche >>a fumetti, altri giornalini diffondevano, in un ambito più spiccatamente infantile, una interpretazione del r1eorealismo più secca, meno floreale. Su Sciuscià, per esempio, la squallida «malavita>> infantile dell'immediato dopoguerra, l'atmosfera di « libertinaggio morale» che ad essa si accompagnava, le dirute scenografie che l'inquadravano vennero rappresentate in uno stile, letterario e disegnativo, veramente « di crisi». Le Il1inuscole tavole in bianco e nero davano sempre l'impressione di racchiudere qualcosa di reticente e di 1oschetto. Sciuscià era uno « scugnizzo>>, orfano di entrambi i genitori, che viveva le su~ agitatissime giornate tra tedeschi e alleati, tra Roma e Napoli. I personaggi delle sue storie non erano, dunque, molto diversi da quelli dell'Intrepido: il sadico ·ufficiale nazista col monocolo, il bel giovane americano « paracadutato >> e pietosamente nascosto, spie ripugnanti, elefantesche « popolane » dal cuore d'oro e dalla procellosa loquela semidialettale. Quello che li distingueva, abbastanza nettamente, era appunto il loro linguaggio. La retorica di tipo «romantico», che nell'Intrepido faceva da contrappeso alla crescente erotizzazione del disegno, è qui ridotta al minimo; il racconto, in genere, è meno appassionato, più statico. Non si insiste sulla rappresentazione ,del dramma, ma di una compiaciuta desolazione, non della corruzione in atto, ma dello « smarrimento delle coscienze )). Le storie adolescenziali di fabbricazione italiana, tipo Sciuscià, sembrano addirittura aver rinnegato ogni discendenza dalle vicende di quei classici del genere, che furono Cino e Franco. E' scomparsa l'atmosfera da week-end all'aria aperta che circondava le gesta degli avventurieri in erba di estrazione americana. La presenza dei ragazzi nel ruolo d'interpreti assume qui una insolita coloritura morale; si intravede addirittura il tentativo rudimentale di denun- :ziare un conflitto di generazioni, tra i « ragazzi bruciati verdi» (nei quali (65) L'Intrepido, 1 ° luglio 1947. [52] Bibliotecaginobianco

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