INCHIESTE La stampa infantile in Italia di Nello Ajello III. 7. Le nuove figurine comiche: I acovitti Le storie a fumetti - e in particolar modo quelle a sfondo umoristico - erano state, in Italia, un fenomeno riservato esclusivamente, programmaticamente ai bambini. Le strisce comiche non avevano mai fatto la loro comparsa sui quotidiani politici o d'informazione, sui settimanali <<seri», sulle colonne di periodici destinati ad un pubblico di adulti. Gli stessi criteri ,cui si era ispirata la scelta dei personaggi americani ,da riprodurre in Italia (oltre che le sedi in cui essi venivano riprodotti) erano intesi a caratterizzare in senso ricreativo-infantile il loro « messaggio )): protagonisti di rilevante prestigio nella patria dei comics - come, per esempio, Li'l Abner o Dick Tracy - erano restati esclusi dal capitolo << importazione». Altre figure umoristiche che in America erano ritenute cc ambivalenti )>, capaci, cioè, di interessare sia i bambini che i << grandi >>, venivano presentate, da noi, in un contesto atto a diluirne gli umori satirici più densi (si pensi ad Arcibaldo e Petronilla) in una cadenza da favoletta burlesca. Sulle vicende di Topolino - e, in genere, su tutte le storie di Disney - gli sguardi dei <<grandi » si posavano spesso con curiosità, ma sempre con la sensazione di avvicinarsi ad una realtà costruita per l'infanzia, anche se il vigore comico dei personaggi superava i limiti di questa determinazione, e la loro influenza si avviava a diventare qualcosa di più vasto e profondo. Si trattava evidentemente, per gli adulti, di un interesse di indole formalistica, di una doverosa e fatale connivenza con un mito che si andava [42] Bibliotecaginobianco
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