/ autorizzano infine a formulare un giudizio più rasserenante anche per quanto riguarda la situazione italiana. Se è esatto che la posizione del nostro paese, considerato globalmente, risulta assai arretrata nei .confronti di quella dei suoi « partners », con punte di particolare arretratezza nel settore agricolo, è anche vero però che l'eco - nomia .italiana ha dato prova, in questo dopoguerra, di una straordinaria vitalità, sviluppandosi ad un ritmo elevatissimo, pari a quello dell'Olanda e della Gern1ania. E' forse il caso di dire che si è parlato, forse con troppa in - sistenza del « miracolo » tedesco, e ci possiamo chiedere invero se questo slogan sia completamente giustificato, almeno nella sua esclusività. Perchè, se si tiene mente ai principali dati analizzati più s·opra, credo sia lecito ugualment,e parlare di un « miracolo » italiano, e soprattutto di un « miracolo » olandese. Come abbiamo visto, l'indice della produzione industriale olandese ha raggiunto, nel 1955, il livello 207 (1938 == 100), mentre quello tedesco raggiungeva il livello 200; anche il confronto fra i coefficienti di efficienza (vedi so1 pra), Germania Olanda K globale 1,02 1,3 K agricolo 1 2,7 K industriale 0,98 1,07 ci conferma che l'economia olandese costituisce un sistema piroduttivo altamente efficiente e dinamico, sicuramente all'avanguardia del progresso economico nei paesi della Co1 munità. Tali considerazioni appaiono tanto più valide laddove si tenga conto che, oltre alle distruzioni subite in seguito alla guerra, distruzion.i altrettanto importanti che quelle subite dalla Germania, l'Olanda da dovuto far fronte alle conseguenze della perdita di un ricco impero coloniale da un lato, e dall'altro a un fortissimo aumento della natalità. La Germania per contro ha beneficiato - come abbiamo accennato - di un costante afflusso di mano d'opera, immediatamente utilizzabile nel processo produttivo, che ha evitato il determinarsi di strozzature dovute alla penuria di mano d'opera. Ma, per tornare al nostro paese, giova infine segnalare che l'importante ritmo di sviluppo verificatosi in questo dopoguerra ha coinciso ,co,n una politica di sempre più larga liberalizzazione degli scambi internazio,nali. L'economia italiana ha quindi provato di essersi saputa adeguare alle esigenze di una accentuata concorrenza estera, adattandosi efficacemente alle condizioni imposte da un sia pur progressivo inserimento nel mercato internazionale. E il superamento di questa pro,va ci permette di scontare nuovi positivi risultati, da parte dell'economia italiana, nel più profondo, completo processo di integrazione europea. [107] I _Bibliotecaginobianco
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