Nord e Sud - anno VI - n. 55 - giugno 1959

11uta con il solo maggiore impiego di disponibilità finanziarie, anche se l'intervento fosse maggiormente coordinato e selezionato. Fin qui si è accennato alla funzione dello Stato nel campo degli incentivi creditizi o della diretta iniziativa nella industrializzazione; ben più vasti sono gli orizzonti su cui dovrebbe spaziare l'azione governativa. Il campo dell'istruzione è un esempio della vastità dei compiti che spettano allo Stato per contribuire alla ripresa economica; in questo campo non si tratta soltanto di costruire nuove aule e di dotare le scuole di moderne attrezzature; v'è il problema improrogabile dell'aggiornamento di programmi, oggi quanto mai arretrati e superati. V'è poi da favorire l'ampliamento massimo del mercato. È ovvio infatti che ogni investimento sia pubblico che privato deve poter contare su un futuro reddito che a sua .volta è condizionato da una espansione delle vendite, ossia dalla domanda di beni da parte della collettività. L'ampliamento del 1nercato, oltre che dall'aumento e dall'equidistribuzione dei redditi, dipende anche dall'andamento dei prezzi, i quali tendono a restare rigidi in regime di monopolio e di paramonopolio. L'azione della pubblica amministrazione può giocare, in proposito, un rt1olo decisivo: sia con una adeguata politica fiscale, che alleggerisca la tassazione indiretta e, gravando maggiorn1ente sulla imposizione diretta, serva a correggere le sperequazioni distributive della ricchezza; sia rimuovendo quegli ostacoli che si frappongono alla libera circolazione delle merci e che costituiscono particolari zone di privilegio (tipico è, ad esempio, il caso dei processi distributivi dei prodotti ortofrutticoli, di cui questa rivista ha avuto modo di occuparsi in passato, e che sono stati oggetto di provvedimenti non ancora del tutto liberatori da parte del Parlamento). Ancora, il Governo tramite l'IRI e l'ENI avrebbe la possibilità non - soltanto di sopperire alla carenza di investimenti privati, come sopra si è accennato, ma di indirizzare gli stessi su di un piano concorrenziale nei settori ove sono già in essere, oppure si profilassero, situazioni di monopolio. Nell'estate del 1958 ebbe inizio presso lo stabilimento costruito dall'ENI nei pressi di Ravenna la produzione di concimi azotati. L'ENI ne iniziò la vendita ad un prezzo inferiore di circa il 15 % a quello corrente fissato dal Comitato Prezzi (CIP) per la produzione effettuata fino a quel momento da una sola grande industria nazionale, in regime di monopolio. Soltanto allora - e il fatto è significativo - il CIP si accorse che alcuni mi_glioramenti improvvisamente intervenuti nei cicli produttivi permettevano la riduzio11e del prezzo proprio nella misura di quel 15 % già adottata dall'ENI. Il Ministro dell'Agricoltura dell'epoca, on. Ferrari Aggradi, ebbe a felicitarsi del provvedimento ed affermò che per i coltivatori si sarebbe trattato di un risparmio di 7/8 miliardi all'anno. È implicita la deduzione che fino ad allora quei miliardi sono andati annualmente ad impinguare gli Bibliotecaginobianco

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