Nord e Sud - anno VI - n. 55 - giugno 1959

nella relazione sulla situazior1e italiana pubblicata 11el dicembre 1958, pare - che sia stato sottovalutato dai nostri ambienti responsabili il rapporto mar- - - - ginale tra capitale ed occupazione. La tendenza dell'industria italiana ad indirizzarsi verso forme più altamente produttivistiche ubbidisce a una sua logica, in un mercato reso più aperto e competitivo in seguito all'entrata in funzione del MEC e alla dichiarazione di convertibilità delle monete. Detta tendenza è in contrasto tuttavia con uria efficace politica occupazionale; e può addirittura peggiorare la situazione sotto tale punto di vista, se non si ricorre ad opportuni e tempestivi interventi equilibratori. Finora non si è fatto nt1lla in questo senso; e il governo attuale non è di quelli che danno affidamento di poter fare qualcosa, di poter varare tali interventi equilibratori. La struttura economica del nostro paese presenta un caratteristico dualismo per cui imprese ad alta produttività si trovano affiancate ad altre che, dislocate di preferenza nel Mezzogiorno e nelle Isole, vivono ai margini della redditività. Nel primo grt1ppo _di imprese l1anno luogo in misura preminente quei processi di accumulazione del capitale che consentono l'adozione delle tecniche più avanzate e quindi gli accennati incrementi della produttività. Il modesto reddito ottenuto impedisce analoghi sviluppi al secondo gruppo di imprese. Il divario, in base alla logica spietata delle leggi di mercato, va ora accentuandosi. A ciò concorrono anche altri fattori: la politica fiscale indiretta cl1e agevola le concentrazioni verticali e la stessa azione sindacale quando intende attribuire a tutta la categoria dei rappresentati quote addizionali salariali in base ad aumenti di reddito registrati soltanto presso lo schieramento più avanzato del settore. Allo stato attuale, perdurando le accennate carenze degli indirizzi della politica economica, esistono pochi dubbi che questo secondo gruppo di imprese possa resistere a lungo all'urto concorrenziale che sta già sviluppandosi. Ne viene di conseguenza che quasi certamente molti ex dipendenti di queste piccole e medie aziende si sposteranno verso le attività terziarie o confluiranno nel calderone della disoccupazione. Nello stesso tempo non è diffi- - - cile prevedere, in tema di dislocazione territoriale di nuovi impianti, che le iniziative tenderanno a concentrarsi attorno ai cosidetti poli di sviluppo si da accentuare le differenze già esistenti fra Nord e Sud. Non bisogna dimenticare infatti che l'autofinanziamento tende di solito ad esercitarsi negli stessi posti dove il reddito è prodotto; e che, sempre perdurando questa situazione di carenza di politica economica, i problemi derivanti dall'ingresso del nostro paese nel MEC possono essere affrontati più facilmente dalle imprese di maggiore dimensione e tecnicamente più evolute. Non è arbitraria quindi l'ipotesi che possa verificarsi un aumento della disoccupazione, anche in presenza di un costante aumento del prodotto e [38] Bibliotecaginobianco .

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==