politica estera russa non furono scosse. E la dimostrazione la si ebbe con la soppressione della rivoluzione ungherese. Il Cremlino non poteva accettare una diminuzione della sua sfera di influenza. Dopo la prova di forza ungherese, che era anche servita a rivelare il velleitarismo delle richieste occidentali di roll-back, l'atteggiamento russo si è venuto ulteriormente e progressivamente irrigidendo. Le tappe di questo processo sono: il colpo di stato in Siria, il lancio del missile intercontinentale, il colpo di stato in_Ira~ ed infine (dopo la diversione ,delle cannonate a Quemoy) l'ultimatum sul problema di Berlino. I Quando Walter Lippmann ha intervistato Krusciov nell'autunno '58 è giunto alla conclusione che l'obiettivo fondamentale p•erseguito dal Crem1 lino è il riconoscimento formale dello << status quo » in Europa, contemporaneamente al proseguimento degli sforzi di penetrazione nei paesi , sottosviluppati. Sembra dunque che proprio Walter Lippmann abbia smesso l di sperare nella « grande ritirata >> al di là della Vistola, che era stata , la sua tesi preferita negli anni passati. È bene, dunque, tenere chiaro in mente che Mac Millan si è fatto promotore dell'incontro al vertice (e gli altri paesi occidentali lo hanno accettato) non per rispondere ad un gesto di pace sovietico, ma come reazione ad una terribile minaccia. Nel '55 si andò a Ginevra nel clima del sorriso, nel '59 sotto la spada di Damocle dell'ultimatum berlinese. Nel 1955Mosca aveva concesso come prova della sua buona volontà il Trattato con l'Austria, nel '59 minaccia, per bocca di Krusciov, la distruzione atomica dell'Occidente con 16 bombe all'idrogeno. ' E tragicamente paradossale che l'opinione occidentale, intossicata da anni di infiltrazione e di propaganda pacifista e neutralista, si sia resa conto solo molto vagamente del mutamento di atmosfera tra il '55 e oggi. ' La richiesta di disengagement, che ha Jominato gli ambienti neutralisti fin dalla fine del '57, quando se ne fece portavoce Kennan nelle ormai famose Reith Lectures, ha creato l'illusione che l'attuale fase diplomatica rientri in un clima distensivo e miri ad ottenere il « disimpegno » delle forze avversarie attualmente in contatto armato sull'Elba, come primo piano di un settlement pacifico progressivo e generale. In realtà Mac Millan ha asserito a Washington che la proposta di un incontro al vertice non parte da questa visione ottimistica della realtà. Nel suo viaggio a Washington, il Premier inglese ha detto al Presidente Bibliotecaginobianco [12]
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