. zato da1Pe1emento ampio e patriarcale del camino, e nei quale 1a vita si manifesta di volta in volta nelle sue varie forme e funzioni. Si tratta di un livello medio piuttosto basso, è evidente; ma occorre aggiungere che gli episodi di maggiore impegno formale che dovrebbero levarsi su questo sommesso « sottofondo » corale sono anch'essi nei limiti di una letteratura edilizia qualitativamente scadente; ed il loro interesse sta solo nella comparazione che ci consentono di stabilire. Ciò che colpisce, in questi paesi la cui strutturazione urbanistica è piuttosto semplice, anche se ricca di minute invenzioni formali, è soprattutto una perfetta coerenza nei rapporti e un realistico senso delle proporzioni, che pone in luce come l'esigenza cui l'utilizzazione ,dello spazio va incontro non sia di mera funzionalità, ma si colori piuttosto di implicazioni psicologiche. La « scala » ridotta degli episodi spaziali che si susseguono sottolinea, nell'uomo che a sera ritorna da una campagna sconsolatamente vasta, il senso di ritrovata sicurezza, di domestica solidarietà, che debbono confortarlo del lungo smarrimento del giorno. Ma i limiti di queste antiche strutture urbanistiche non stanno tanto in fatti di decadenza strutturale, quanto in una staticità funzionale che blocca ogni possibilità di modificazione e di adeguamento a nuove forme di vita; ,che sono poi proprio quelle, cui dovrebbero andare incontro i nuovi quartieri. Qui però i problemi del rapporto tra <<antico >>e <<nuovo» ricevono purtroppo risposte ed esemplificazioni del tutto negative: e, beninteso, non già perchè questi insediamenti facciano eccezione e si possa per essi parlare di una incompatibilità oggettivamente esistente. Ma, ai limiti odierni dell' «antico», corrispondono errori iniziali di impostazione del <<nuovo>>.Il solo interesse effettivo che i nuovi quartieri presentino sul piano urbanistico, è dato dal loro porsi come il frutto di una rara pianificazione « dal basso>>. Per il resto, la contraddittoria assurdità di un caos edilizio, arbitrariamente sovrapposto ad una monotona lottizzazione a doppia trama ortogonale, riflette un ingiustificato compromesso tra il d·esiderio di operare in una direzione diversa dall'antica, ritenuta legata a tutti i fenomeni di -disagio avvertiti, e la paura di ricercare liberamente una forma .del tutto nuova. In questa situazione, poco importa che entri un po' più di sole, o che sia diminuita la promiscuità con gli animali: l'abnorme estensione di queste appendici espansionistiche (soprattutto a [115] Bibliotecagihobianco
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