il doveroso conto, ma costituisce anche un punto di partenza, insostituibile e necessario, per ogni prospettiva di intervento pianificato. Ciò significa che la pianificazione urbanistica deve affrontare nelle regioni « tipiche >> del Mezzogiorno italiano, non tanto il problema di questo o di qu.el singolo centro considerato come episodio urbanistico in sè conchiuso; quanto, e sopratutto, i problemi comuni ai centri che fanno parte di quelle che abbiamo definito << zone omogenee » nel corso di questa inchiesta; anche ed in particolare allorchè si è parlato degli sviluppi economici connessi alla industrializzazione, di «osso» e di «polpa» del Mezzogiorno, di zone espulsive e di zone ricettive. Mentre quindi taluni problemi emin.entemente urbanistici vanno impostati e risolti anche in funzione di quelle esigenze che sono di sostanza economica, per altre questioni, che interessano prevalentemente l'economista, una soluzione adeguata 1 deve tener conto anche del punto di vista espresso dall'urbanista, deve tener conto anche delle esigenze civili che quest'ultimo ritiene di poter salvaguardare o sviluppare, nell'ambito, per esempio, di talune preesistenze ambientali. E' ,cioè, ancora una volta il problema di definire i modi e le forme di un coordinamento fra pianificazione economica e intervento urbanistico; e proprio nel senso chiarito, di un rapporto non di conseguenzialità semplice, bensì di un dialettico reciproco condizionamento e controllo. Vale perciò la pena di ricordare come tale problema fu fissato da Giorgio Ceriani Sebregondi in termini eloquenti e precisi, all'indomani del Congresso Nazionale di Urbanistica di Torino del 1956, sopratutto in rapporto alle questioni ,della localizzazione in,dustriale, oggi di estrema attualità: « ogni problema di localizzazione e di caratterizzazione dei nuovi insediamenti, di pianificazione delle vecchie città e dei vecchi centri in espansione o in decadenza, di organizzazione delle nuove reti di comunicazione o di sistemazione delle vecchie, è dominato da questi interrogativi: dove sorgeranno e di che entità saranno i nuovi centri industriali? Come si espanderanno e modificheranno gli agglomerati industriali esistenti r Quali tipi di movimenti demografici o di trasformazioni culturali e sociali determinerà il processo di sviluppo industriale del nostro Paese? Il problema àella localizzazione industriale e dell'allentamento della cosiddetta tensione tra città e campagna attraverso decentrame~ti e nuovi accentramenti industriali è all'ordine del giorno in tutto il mondo, e dà luogo in molti dei paesi più progrediti ad un politica di localizzazione industriale che si avvale di strumenti più o meno efficaci, di divieto o di incentivo, amn-iinistrati dalle autorità centrali o regionali ». [107] Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==