Nord e Sud - anno VI - n. 54 - maggio 1959

ni che non, per esempio, i giudici provenienti dalla medesima classe sociale. La élite non ha considerato la carriera militare adatta a chi si proponeva di salvare la patria, in considerazione dei precedenti stabiliti dall'esercito con il suo passato di collaborazione con il potere costituito e, come in Siria, con la potenza mandataria francese. Nel decennio 1940-1950 la situazione prese però a mutare gradualmente... Spesso insegnanti di scuole superiori e avvocati, insoddisfatti della loro professione o convinti che le proprie ambizioni avessero modo ·d'affermarsi nel1' esercito, entravano nelle scuole militari, reinserendosi nelle pubbliche carriere con il servizio militar~. Questo non vuol dire che sempre (o di solito) il patriottismo disinteressato fosse più importante della ambizione personale. Nè significa d'altra parte che questi ufficiali avessero idee politiche e sociali molto chiare. Essi non erano socialisti, sebbene molti usassero definirsi tali; non pochi coltivavano vaghe, e, a volte, piuttosto marcate simpatie per i fascisti ». Su questo sfondo sociale e politico si sono mossi i partiti comunisti del Medio Oriente, di cui il Laqueur ha ricostruito singolarmente la storia dai primi nuclei del 1919 alle form·azioni odierne, spesso clandestine: una storia, peraltro, intessuta sovente di conflitti e aspre lotte intestine fra i militanti, che ancor oggi ledono gravemente le capacità del movimento in molte parti del Medio Oriente e fanno sorridere gli osservatori lontani. Da una iniziale fase di opposizione di principio a tutte le istituzioni e le situazioni dei paesi arabi nel quindicennio 1919-34 i comunisti passarono in queste regioni ad un più moderato atteggiamento di << fronte nazionale» o ~antimperialista'> nel quinquennio successivo (analogo del << fronte popolare» in Europa). Tale atteggiamento frontista, dopo la guerra e la correlativa espansione dell'influenza russa e comunista nelle stesse regioni, ebbe un potente rilancio negli anni più vicini a noi, quando << nel vuoto lasciato dalla rottura della tradizione il comunismo irruppe come uno dei più forti candidati politici alla successione ». Il che si spiega se si considera che << nel Medio Oriente il comunismo ha an1piamente funzionato come un movimento della rivolta della classe media contro il dominio feudale ». La sua influenza è socialmente fondata soprattutto sulle ristrette élites intellettuali di cui i paesi mediorientali dispongono. << In paesi europei come la Francia e l'Italia una secessio plebis ha offerto ai comunisti una reale base proletaria e di massa. Altrove i comunisti si sono presentati nella parte di un partito nazionale che,, lancia in resta, dirige la lotta contro i dominatori stranieri (come in Jugoslavia o in Indocina) o capeggia le rivolte contadi-• ne volgendone gli scopi a proprio vantaggio. Ma nel Medio Oriente e nell'Asia sud-- orientale, dove mancano il proletariato urbano e l'agitazione nelle campagne, i partiti comunisti sono -divenuti partiti di intellettuali per eccellenza». E per questi intellettuali << la forza d'urto del comunismo come tecnica di modernizzazione del Medio Oriente, di superamento del suo grado di arretratezza nel più breve tempo possibile, è... della maggiore importanza ». Il peso numerico dei loro, partiti può apparire scarso, se valutato, in assoluto: i più forti partiti comunisti del Medio Oriente, quello siriano e quello, libanese, contavano, nel momento in cui~ . [124] Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==