una generale realtà del sistema previdenziale italiano è piuttosto un mito contro cui si agitano incauti riformatori: chè difatti esso si riduce ad alcune gestioni dell'INPS e si stempera, nell' assicurazione contro gli infortuni nell'industria, in un sistema intermedio di ripartizione dei capita!~ di copertura: sopravvivenze imposte non solo dall'esigenza tecnica di fronteggiare le prestazioni differite nel tempo, quanto anche dalla necessità di difendere il siste1na previdenziale, contro le svalutazioni, con adeguate riserve che in Inghilterra raggiungono le cifre astronomiche note alla Conti e che in Italia si è lontani, <:1nzilontanissimi dall'assicurare. Peraltro sono stati proprio quei sistemi finanziari a consentire i numerosi miglioramenti postbellici nelle prestazioni e la formazione di quel risparn1io sociale che lo Stato ha utilizzato sia nella ricostruzione del Paese che per finanziare non trascurabili settori della politica delle infrast!utture e dello sviluppo delle strutture econon1iche nuove. In conclusione, non pare che la Conti abbia da giustificarsi per avere, nel corso della trattazione, usato il problema della sicurezza sociale come spiraglio per osservare panorami più vasti e complessi. È anzi logico che così abbia fatto. Il pro-- blema della sicurezza sociale non è infatti che un aspetto del più vasto e i1npbrtante problema della sicurezza econo1nica. Il sistema di sicurezza sociale è forte o debole, vasto o ristretto, a seconda che il sistema economico nel quale vive sia forte o debole, in espansione o in contrazione. Ed ha un limite al suo sviluppo che nessuna buona volontà umana potrebbe mai fargli superare impunemente: l'inflazione. Si è sicuri che basti una riforma legislativa per attuare il passaggio dalla previdenza alla sicurezza sociale? Si è sicuri che la nostra economia sia forte) aggressiva, non tarlata dal germe dell'inflazione per poter veramente garantire al cittadino la sicurezza sociale- << dalla culla alla bara >>, anche nelle piccole minute esigenze? E si è infine sicuri che il Mercato comune non stia per creare tutta una nuova e impensata problen1atica della sicurezza sociale che potrebbe imporre una revisione, anche profonda, degli orientamenti dominanti? Sono domande alle quali la risposta è tutt'altro che pacifica e che scarsi contributi riceve.- rebbero da pubblicazioni sostanzialmente ispirate alla dimostrazione di tesi pre- . . costituite. FEDERICO 0RL;-\NDO ERRATA -CORRIGE Per uno di quegli imprevedibili incidenti che possono accadere in tipografia l'articolo di Paolo Ungari intitolato « Malagodi anno IV», ajJparso sul numero 50 di Nord e Sud (gen,naio 1959), è risultato a firma di un inesistente Ugo Parolani. Ci scusiarno con l'Autore e soprattutto con i nostri lettori. Dir. Besp.a F. Compagna • Segr. Redaz.1 R. Cappa • Stampai A.rehetipografìa 41i Milano S.p.a. • Viale Umbria, 54 Spedizione in abbonamento postale, Gruppo Ili • Pùblieaz~ autorizuta • Printed in ltaJy • Tutti i alrtt B proprietà letteraria ed artùtiea rieervati • I manoseritti anche se non pahhlieati non si restitai,eonoBiblioteca Gino Bianco
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