... ne nella politica estera - così come le pause e le incertezze nella condotta della politica meridionalistica (investimenti dell'IRI e dell'ENI nel Sud) ,e l'accantonamento di molte esigenze poste dal Piano Vanoni - rappresentano la prova della validità di questo giudizio; si potrebbe dire, cioè, che le mura maestre della politica di consolidamento e sviluppo della democrazia, l'europeismo e il meridionalismo, danno segni qua e là di cedimento, mostrano quelle crepe che questa rivista nei mesi scorsi ha con rincrescimento indicate e valutate in tutta la loro pericolosità (cfr. « Equivoci mediorientali >>e << IRI, ENI e Mezzogiorno >>nei nn. 47 e 48 di Nord e Sud) da quando, alteratosi il precario equilibrio fra cattolici e laici del quinquennio degasperiano, al vecchio quadripartito non si è potuto sostituire un'efficiente compagine_ di centro-sinistra. Il che non significa, beninteso, che la colpa dei detti cedimenti risale ai repubblicani, i quali, per · decidere se partecipare o non partecipare al governo, dovevano ovviamente pesaf e il valore di altre, non secondarie, considerazioni, come quelle che hanno fatto valere, al recente Congresso di Firenze, Ugo La Ma!fa ed Oronzo Reale; non potevan9 ignorare, cioè, le responsabilità di taluni am-- bienti cattolici circa certi processi degenerativi ed involutivi. Significa soltanto che quando si giudica del bene e del male che si deve e si può dire delle coalizioni democratiche non si deve dimenticare l'entità 'e la qualità dell'apporto che ad esse è venuto da uomini e correnti della sinistra laicar, altrimenti si corre anche il rischio di presentarsi in condizioni di inferiorità di fronte ad una determinata scelta che potrebbe rivelarsi opportuna od r addirittura necessaria nel prossimo futuro: come sempre avviene nella lotta politica, quando si formulano proposizioni ass·olute e definitive, tali da chiudere la porta davanti e far saltare i ponti dietro. Il gusto delle proposizioni ·assolute, dei rifiuti totali, delle contrapposizioni ideologiche nette, è tipico delle opposizioni massimalistiche; in u11 paese come il nostro, però, che ha fatto molte esperienze e ha visto ii fascismo assidersi al potere perchè i socialisti nel primo dopoguerra non volevano «contaminarsi» con i << governi borghesi>>, il massimalismo non trova più credito nemmeno negli ambienti socialisti. Dopo l'esperienza frontista, il processo di revisione delle posizioni politiche del PSI, non bisogna dimenticarlo, s'è aperto in non1e del cosiddetto «dialogo>> con i cattolici, e dunque nella prospettiva di quell'incontro tra democristiani e· [24] • Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==