Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

grande co1nunicazione. Se 1nolti poderi si sono attestati su di e ssa non è certo perchè sia stata trattata << come una qualsiasi strada poderale». Gli accessi dei poderi, talvolta svincolati da vie poderali parallele, sono con cordati con la ANAS, compatibilmente con 'le esigenze di traffico della strada statal e.· Del· resto, quanti sono nel Mezzogiosrno i centri urbani a caratter e rurale, dove la passeggiata, non soltanto domenicale, ostacola il traffico? Ma quanto la strada ha contribuito in passato a vitalizzare i centri? È soltanto in un secondo tempo che sorge il problema della deviazione della strada con un raccordo esterno, così come si è fatto in quasi tutti i grossi centri de lle Murge Baresi, mentre i pianificati centri del Tavoliere di Foggia (Segezia,.l coronata, ecc.) costruiti fuori della strada sono morti di morte n.aturale. Poichè il Fabbri si è dato la pena di citare una mia ritorsione polemica verso alcuni sociologi infatua ti di comunità contadina, posso assicurarlo che non si tratta di « fumate di demagogia spicciola », anche se pronunciate da persone ritenute - un tempo - (bontà sua!) uomini di studio. La ritorsione polemica traeva la sua origine dai numerosi guai che il sottoscritto ha dovuto purtroppo sopportare per alcune altre conc ezioni pseudourbanistiche, che, all'atto pratico, si sono dimostrate prive di ogni serio fondamento tecnico-economico e sociale e risolte in un danno per l'erario e per le comunità contadine beneficiarie. Mi auguro, caro Direttore, che tutta l'opera svolta in Puglia e Lucania dall'Ente di riforma possa esser giudicata e criticata con magg iore ponderatezza e minore preconcetta ostilità, in una rivista così seria ed autorevole come « Nord e Sud ». Del resto, anche se per dirne male, è confortevole che nella rivista si parli di qu~st' opera che la più grande parte degli italiani volutamente ign·ora e che si possa scrivere che: « anche all'osservatore più sprovveduto appare . evidente che la piana di Metaponto ha subìto in questi ultimi anni una profonda e radicale trasformazione, che si è mutata, da plaga des erta e mortalmente inospitale, in una zona intensamente coltivata, abitata da una popolazione sparsa ma fitta ». E questo, indubbiamente, è merito anche degli « uomini di poca fede », · fra i quali il sottoscritto. Cordiali saluti. Roma, 20 ottobre 1958 ALDO RAMADORO Caro Direttore, l'acuta e cortese attenzion~ con cui il prof. Ramadoro ha volu to pqstillare il mio articolo mi permette di puntualizzare e di chiarire meglio le conclusioni che io avevo cercato di trarre dall'esame della situazione attuale [119] Biblioteca Gino Bianco

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