Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

rda oggi, il processo di ampliamento della zona di produzione è iento è faticoso: mentre da una parte non si vogliono abbandonare alcune miniere di scarso rendimento, çhe producono a un costo talvolta doppio della media, è difficile aprire nuovi pozzi nei bacini più promettenti, che sono del resto già da lungo tempo in possesso delle grandi società. La costruzione di un pozzo di carbone con tutti gli annessi impianti di sfruttamento richiede investimenti dell'ordine di oltre 300.000.000di marchi, pari a · circa 50 miliardi di lire, e da cinque a dieci anni di lavoro, prima che possa cominciare a fruttare pienamente. Ciò spiega (dato che la dovizia di capitale non è in Germania quello che molti amano immaginarsi) perchè il numero di nuovi pozzi aperti dalla fine della guerra in qua si conti sulle dita di una mano. Il panorama è dunque sobrio: niente illusioni di esplosivo arricchimento, ma d'altra parte la prospettiva di un costante sviluppo di una grande posizione economica, malgrado crisi o diffic~ltà temporanee. L'accrescimento della manodopera impiegata è costante, ma è a sua volta affiitto da una malattia ormai cronica: la fluttuazione dei lavoratori da una miniera all'altra e, peggio, verso altri mestieri. Mentre, abbiamo detto, il totale dei lavoratori occupati è di 540.000 (340.000 al fondo, 153.000 in superficie, 47.000 impiegati), negli anni tra il 1946 e il 1956 ben 730.000 nuovi lavoratori sono affluiti nelle miniere, mentre al tempo stesso 580.000 le abbandonavano. Di questi 100.000 sol~ tanto per vecchiaia o invalidità; gli altri semplicemente alla ricerca di un lavoro meno sporco, insalubre e faticoso. Così la ditta Concordia, con 3630 occupati, ha dovuto ingaggiare 2077 lavoratori nel corso del 1957 per far fronte a 2075 partenze. Una relazione governativa del 1~57 valuta in 25 . mila il numero di minatori attualmente ancora necessari al di là dei rincalzi per la fluttuazione: .numero che, se oggi non è valido, poichè diverse ditte hanno in questi ultimi mesi ridotto il numero dei turni mensili, lo sarà probabilmente di nuovo in un futuro più o meno prossimo. Contro le perdite prodotte dalla fluttuazione, che un giornale economico valutò a suo tempo in circa 100 milioni di marchi (6), le imprese estrattrici hanno tentato tutti i provvedimenti possibili. Il minatore è, per no~ scritta legge, il lavoratore meglio pagato della· Repubblica Federale: (6) I ndustriekurier, 20-6-1953. [99] Biblioteca Gino Bianco .,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==