siderare i moventi di questo· rifiuto delle tesi 'politiche più conservatrici da parte di un elettorato costituito da elementi proletari o sottoproletari, operai o contadini, estirpati dal luogo di origine ed aspiranti soprattutto ad acquisire una solidarietà di classe con il proletariato autoctono; o, a v.olte, proclivi a reagire alla iniziale diffidenza di quest'ultimo,. ma sempre sulla base di un'alternativa operata all'interno dello schieramento classista (socialdemocratici, socialisti, comunisti), o, se al di fuori esso, almeno sotto le ·grandi ali del moderatismo cattolico e governativo. È a questo punto che si palesa la di!ferenza di comportamento tra gli immigrati meridionali ed i veneti. La spinta a sinistra, impressa - nelle tante sezioni elettorali da noi considerate - dalla presenza meridionale, percorre, in alcune occasioni, tutto lo specchio dei partiti operai (dal P.S.D.I. ai comunisti); più spesso, lasciando le percentuali · dei due partiti socialisti pari a quelle riscontrate nei comprensori elettorali di cui fanno parte le sezioni esaminate, il moto vers.o sinistra si risolve in un rilevante addensarsi di suffragi sul P.C.I., a danno soprattutto della D.C. e delle destre. Le indicazioni offerte dal voto dei veneti sono meno univoche, ed appaiono a volte collegate a ragioni tradizionali più che a schematiche reazioni di classe. Il maggiore apporto fornito alla D.C. va spiegato non soltanto col richiamarsi a queste ragioni di tradizione - che fanno del Veneto una roccaforte dell'organizzazione cattolica in tutte le sue ramificazioni politiche o parapolitiche ~ ma anche con la parallela constatazione che tra gli immigrati provenienti dal Veneto si riscontra una netta prevalenza contadina, di fronte agli alti indici di manodopera operaia (o aspirante operaia) in cui si esprime l'emigrazione dal Sud (22 ). È indubbio che la tradizionale impronta cattolica del contadiname veneto ha giocato il suo ruolo nel determinare il comp.ortamento elettorale di cui si diceva; laddove sui meridionali (in assenza di una analoga, ed ugualmente tenace, predisposizione tradizionale) nessun fa~cino hanno esercitato i miti fugaci, e pèr loro ormai ( 22 ) A conferma della validità, d'altra parte abbastanza ovvia, di questa seconda considerazione, abbiamo potuto notare (anche senza essere indotti a trarne in ogni caso delle indicazioni univoche e rigorose) che gli immigrati veneti votano in discreta misura per il P.C.I. quando fanno parte dell'elett~rato operaio (ciò si verifica per esempio a Settimo, tra gli addetti aille acciaierie Cravetto e ad altre industrie locali) e in larga prevalenza per la D.C. qua1 ndo fanno parte dell'elettorato contadino. f79] B'iblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==