Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

adesso nell'organizzazione industriale e nell'attrezzatura tecnica del paese. , Già si è accennato alla fondamentale importanza che nel settore siderurgico ebbe la fondazione, nel 1884, delle grandi acciaierie di Terni. Nel corso del XIX secolo la siderurgia italiana si era basata sulla produzione di ghisa all'alto forno a carbone di legna, la cui produttività media non s11perava le 10 tonnellate settimanali. Essa era perciò condannata al declino per ragioni tecniche, davanti agli alti forni a cocke introdotti in Inghilterra, in Francia, in Germania. Si aggiunga la riduzione del dazio, che dalle 13 lire del Lombardo-Veneto, dalle 12 della Toscana e dalle 30,45 dello Stato Pontificio, venne ribassato a lire 5 al quintale nel 1859. , Il costo di produzione della ghisa lombarda era perciò di 110 lire la tonnellata, mentre la ghisa inglese arrivava nei nostri porti a 85-90 lire la tonnellata. E però dai 40 alti forni esistenti in Italia alla metà del secolo si passa a 32 nel 1872 a 20 nel 1881 a una decina nel 1890 (184 ). Ma a'l posto dei vecchi piccoli forni ne sorgevano più moderni e potenti; nuove installazioni venivai10 e~eg11itea Sestri Ponente nel 1880; nel 1884 seguiva lo impianto a Villa Cogozzo (Brescia) ,del primo forno Martin da 5 tonnellate, 11.el 1885 q11ello di un altro a Pont Saint Martin in Val d'Aosta, i1el 1886 i 5 for11i 1fartin da 20 tonnellate della acciaieria di Terni, dove venivano anche installati due Bessemer da 10 tonnellate. Nel 1880 a Milano si realizzavano gli impianti dell'officina Vanzetti, e da ultimo a Savona venivano anche installati 8 forni (185 ). Nel 1880 nasceva la Società delle ferriere italiane, nel 1882 la Società anonima delle ferriere di Udine e Pont Saint Martin (186 ); nel 1884, co,me si è detto, la Terni. Di conseguenza, mentre l'attività degli alti forni a carbone di legna si veniva annulilando, come mostra il crollo della produzione di ghisa da 25 mila tonn. annue nel 1881-83 a 13 mila negli anni successivi, la produzione di ferro di rimpasto balzava da 95 mila tonn. nel 1881 a 173 mila nel 1887 e 182 mila nel 1889, e in particolare qt1ella di acciaio da 3650 tonn. nel 1881 a 73.000 nel 1887 e a 158.000 nel 1889 (187 ); mentre il numero degli operai addetti passava da 5900 rispettivamente a 11.900 e 14.800. ( 184 ) G0Lz10, L'industria dei metalli, cit., pp. 14-17. ( 185 ) I vi, p. 29. ( 186 ) I vi, p. 27. ( 187 ) Ivi, p. 29; CoRBINO, III, pp. 125, 127, 129-30. [42] BiblotecaGino Bianco

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