Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

nella costituzione dii qt1esto capitale una parte dicisiva ebbe il concors? dello ~tato, sotto forma di anticipazioni versate in conto delle forniture di corazze ordinate dalla Marina alla società. Questo concorso venne at~ tt1ato e accresciuto man 1nano con le successive ordinazioni, mentre le rinnovate inadempienze della società in fatto di consegne creavano una ~it11azione di pericolo per la sua esiste11za finanziaria cht indt1sse lo Stato a sempre nt1ove agevolazioni, nella forma di 11lteriori anticipazioni e anche di maggiori prezzi che, legando sempre più l'amministrazione della Marina alla società, finir.ano per provocare quella inchiesta d.el 1906 che tanto turba1ne11to doveva gettare nell'opinione pubblica. Sin dalla fondazione della società, nel 1884, si era affacciato il d11bbio che << questo capitale che si anticipa dalla Marina costituisca tutta la scorta, con cui si mette a navigare la società in questa speculazione>>. Notava l'avvocato erariale che « l'anticipazione del SO per cento abilita qualunque impresa a lavorare, fosse anche tutto a debito, per l'altra metà». E che l'apporto dello Stato avesse avuto in realtà una parte fondamentale lo diceva nel 1895 lo stesso creatore della Terni, il senatore Vincenzo Stefano Breda, . alla vigilia del _processo che doveva pòi finire con la sua assoluzione davanti all'Alta Corte di Giustizia: « Il grande stabilimento siderurgico di Terni non è sorto per iniziativa privata, non sono stati cioè dei privati, indt1striali o capitalisti, i quali abbiano ideato la creazione di questo stabilimento per fare un affare. Fu il Governo che .ha ricorso a parecchie personè, prima senza frutto, finché ha trovato alcuni, tra cui dei veterani del 1848, che ... sono corsi all'a·ppello per la indipendenza siderurgica, come se si trattasse di continuare la guerra per la indipendenza politica del proprio paese. E il Governo ha detto a questi tali: io vi anticiperò parecchi milioni, vi assicurerò il lavoro per provvedere all'ammortizzazione dei capitali che impiegherete, solo che voi a,bbiate il coraggio di aiutarci in questo nobile scopo. E la grande acciaieria di Terni si è fatta; e tra lzioni> obbligazioni e debiti, purtroppo anche questi, si sono messi insieme 44.000.000, ai quali vanno aggiunti altri 12 anticipati dal Governo, giacché nell'acciaieria di Terni si sono impiegati 56.000.000 ». Cifre queste che la Commissione d'inchiesta del 1906 non metterà in dubbio: chiedendosi tuttavia qu111to del capitale privato fosse stato effettivamente versato, e qulnto invece non risultasse dàlla accumulazione di utili mascherati con artifici contabili, che per il 1889-1903 si accertava ascendessero [37] · Bibloteca Gino Bianco

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