Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

, ma dimostrava di non avere l'intelligenza dei problemi di fondo del partito e del paese. Contemporaneamente Scelba e qualche altro notabile del partito, ritenendo di essere i più fedeli interpreti della formula degasperiana, proponevano l'alleanza quadripartita e riuscivano a dar vita ad un governo qua-· dripartito. E a questo modo ritenevano non solo di aver risolto il problema tecnico della maggioranza e quello politico della formula di governo, ma anche di aver dato risposta agli interro1 gativi che tutti si erano posti sulla fisionomia e il destino del partito. Il centrismo degasperiano era - essi pensavano - perpetuato; la Dem·ocra21ia,Cristiana si garantiva una situazione di governo ancora migliore di quella degli anni precedenti il '53, poichè riusciva a tener imbrigliati insieme liberali e socialdemocratici; il famoso interclassismo cattolico rimaneva un rispettato tabù. Natural- ! mente Scelba e i notabili non avevano riflettuto affatto che un simile schieramento andava benissimo come schieramento di battaglia elettorale, valido perciò per uh tempo limitato e ad og11imodo snodato nelle sue articolazioni in maniera da lasciare ogni partecipante al cartello relativamente \ libero; ma non funzionava affatto come formula di governo, che è cosa per natura sua piuttosto rigida. De Gasperi con la legge degli apparentamenti si era data una destra e una sinistra tra cui scegliere: questo disegno, 2 · che scandalizza ancora molti suoi critici, i quali vi vedono la prova definitiva della pravità delle sue intenzioni, era in realtà la condanna avanti lettera del quadripartito. Egli era infatti politico troppo accorto e troppo avvezzo a misurare le ripercussioni meno vicine di un atto, per non comprendere che anche il governo Scelba era labile poichè la quadratura del circolo non s'era raggiunta affatto: il centrismo da politica di progresso sarebbe decaduto ad immobilismo. L'involuzione conservatrice del Partito Liberale da sola doveva essere sufficiente ad eliminare ogni dubbio in proposito. E non si può dire che una tale involuzione fosse imprevedibile al momento della formazione del governo quadripartito: affermare ciò è ancora una volta farsi affascinare da un'interpretazio~e polemica e non guardare alle forze obiettive, non guardare, cioè, a quello che il Partito Liberale era stato dal 1944 in poi (del res.to non aveva una volta lo stesso De· Gasperi messo i liberali fuori del governo?). E soprattutto la logica della sopravvivenza come partiti doveva costringere liberali e socialdemocratici, in un simile governo, ad accentuare ognuno i caratteri suoi [9] Bibloteca Gino Bianco

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