per essere abolito dopo tale termine. Questo strumento fiscale, da perf ezionare con un concreto piano di attuazione, permetterebbe di superare l'attuale congiuntura negativa, fino a consentire il graduale reperimento dei fondi nell'interno del bilancio dello Stato. I bilanci universitari trovano ulteriore possibilità di espansione esclusivamente nel contributo dei privati, che potranno essere indotti ad investire il loro capitale nell'Università da condizioni più favorevoli di quelle attuali. O dall'introduzione di agevolazioni fiscali di tipo americano (autorizzazione a detrarre dalle entrate le somme versate per l'istruzione superiore), che però suppongono un sistema fiscale ben più efficiente del nostro; o da considerazioni strettamente economiche, legate alle possibili economie realizzabili nell'esercizio dell'impresa. È noto che le industrie italiane spendono all'estero ingenti somme per acquistare licenze e brevetti, per ottenere concession.i e consulenze; che somme di entità non minore devono essere impiegate per qualificare il laureato italiano e metterlo in condizione di pieno rendimento. Una maggiore efficienza delle Università consentirebbe agli studiosi italiani di raggiungere quei risultati che oggi sono possibili soltanto all'estero e che, di conseguenza, sarebbero immediatamente a disposizione dell'industria italiana; una più ·dinamica funzionalità dei piani di studio ridurrebbe lo scarto tra il laureato e il tecnico. Il discorso sembra semplice : ogni sua proposizione, in realtà, apre discussioni accese ·ed opportune. · Da parte comunista - e l'on. Alicata si è fatto autorevole portavoce di questa opinione durante il dibattito parlamentare - si è criticato l'intervento dei privati, che, per l'attuale dislocazione del capitale in Italia, finirebbe con il porre l'Università sotto l'influenza troppo pesante dei gruppi monopolistici. Spogliata della pregiudiziale politica, questa opinione è, in molte implicazioni, assimilabile a quella di molti ambienti accademici, timorosi di una ricerca scientifica << dietro commissione», che si sostituirebbe a quella libera e disinteressata; in entrambi i casi, insomma, sarebbe respinta una forma di strumentalizzazione dell'istituto universitario. Obiezioni non prive di una loro validità, limitata, però, alla presente organizzazione dell'autonomia finanziaria dell'Università. Il finanziamento delle Università sfugge ad ogni piano organico, o meglio riduce a problema locale della singola Università o del singolo [106] Bibloteca Gino Bianco
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