in materia di abitudini sociali e culturali si parla talvolta di « distanza culturale >>.Più ridotta è la distanza culturale, più facile è il riadattamento.· Ora, la distanza culturale può essere notevole in seno ad uno stesso paese, àato che vi si può trovare una pluralità di lingue, di religioni, di climi, di gruppi etnici. Essa riveste importanza, perciò, sia per l'emigrazione interna che per quella internazionale, come risulta dalle difficoltà riscontrate negli spostamenti tra il Nord e il Sud dell'Italia, tra le Fiandre e la Vallonia in Belgio, tra il Meridione e l'Est della Francia, tra il Nord e il Sud dell'Olanda. L'elemento linguistico è un fattore importante della « personalità base», ma non si manifesta soltanto attraverso un idioma di corrispondenza. Le differenze di dialetti, di vernacoli e perfino di accenti non possono essere trascurate. Particolarmente in Germania la questione idiomatica sembra presentare difficoltà anche per gli immigrati volontari, i quali arrivano soli e penetrano nella comunità professionale tedesca facendo il loro dovere ~enza difficoltà, ma attirandosi spesso, all'inizio del loro soggiorno, le ironie dei compagni di lavoro a causa delle loro difficoltà nel farsi comprendere. Lo stesso si dica delle abitudini religiose. Un lavoratore polacco o italiano, catt_olico,può facilmente non riconoscere nelle chiese dei paesi di immigrazione le forme di attività religiosa cui era abituato. A ciò possono aggiungersi difficoltà linguistiche e attitudini diverse nei contatti con il clero locale. L'ambiente cui il lavoratore appartiene non solo esercita una influenza i1nplicita, ma prende spesso esplicitamente posizione nei riguardi del problema degli spostamenti e, in pratica, le decisioni finali sono raramente individuali. La valutazione della situazione economica della regione come anche delle possibilità che si presentano altrove è, nella maggior parte dei casi, soggettiva a seconda delle personalità e dei dirigenti delle organizzazioni locali. Si ha generalmente la tendenza a sottovalutare le altre regioni dal punto di vista culturale. Si è più o meno bene informati sui risultati degli spostamenti anteriori: in genere hanno molta importanza le notizie, positive o negative, inviate dai primi emigrati e diffuse dai loro parenti. Nè accade di rado che tutta una comunità si opponga all'idea stessa degli spostamenti fino a considerare «traditori>> i candidati alla partenza. Anche o~tile all'idea di emigrare è spesso l'ambiente di lavoro. I commercianti ten1ono di veder diminuire il numero dei consumatori ed anche le autorità ecclesiastiche sottolineano talvolta i rischi della mobilità. Tutte reazioni giu- [95] Bibloteca Gino Bianco
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