E, del resto, noi sappiamo che d.ove c'è congestione deve intervenire (ci si consenta la crudeltà del termine) un salasso. È vero che vi sono nel Mezzogiorno stesso zone ricettive rispetto all'esodo rurale che muove dalle zone più congestionate e meno ospitali; ma tali zone ricettive non possono accogliere in ·breve tempo tutte le eccedenze demografiche che tendono a rovesciarsi sul mercato del lavoro lasciando la condizione di sottoccupati agricoli, stivati nelle più impervie zone del latifondo contadino. C'è quindi una quota di queste eccedenze demografiche che, non trovando posto nelle città vicine, nei ,distretti di irrigazione e di industrializzazione del Mezzogiorno stesso, deve necessariamente dirigersi verso le città più lontane, -subalpine ,o transalpine. Di qui l'esigenza di una politica migratoria strettamente coordinata con la politica dell'industrializzazione; di qui cioè l'esigenza di perseguire congiuntamente la pro• spettiva dell'emigrazione e quella della industrializzazione, con una politica che regoli la prima e solleciti la seconda; di qui, infine) da questa congiunzione, e ,dal coordinamento, delle dt1e pro•spettive, il più signifi- . cativo incontro fra politica europeista e politica ·meridionalista. A ,questo punto non dovrebbero sussistere dubbi sulla convenienza, per la manodopera meridionale, delle nozze con il capitale europeo. Allo stato, ,conviene far di tutto ·per ,promuovere la « fecondazione per ravvicinamento » di cui si diceva, sia che le nozze fra capitali europei e manodopera meridionale debbano celebrarsi nella Lorena, sia che esse possano celebrarsi nella piana del Sele. Dovremmo avere insomma, facilitata dal Mercato Comune, una doppia corrente che si incrocia: di manodopera dal Mezzogiorno ai paesi transalpini di piena occupazione, di capitali in senso inverso; da avviare, incoraggiare, eccitare la seconda; già avviata) e da ·regolare, la prima; sem·pre l'una e l'altra condizionate da un certo ritmo di espansione economica in Europa ,occidentale e, beninteso, dal mantenimento della piena occupazione negli altri paesi del Mercato Comune. Su questa impostazione, della doppia corrente che si incrocia, hanno insistito prima il citato rapp.orto dell'OECE, Europe 1960; poi la relazione del ·prof. Saraceno (presidente del << Comitato per lo svilpppo della occupazione e del reddito») al Presidente del Consiglio, relazione che fu ripresa ampiamente nell'editoriale del n11merodi « Nord e Sud» pub:blicato in febbraio; infine le relazioni che in maggio sono state presentate dall'on. Giacchero, dall'ing. Lacavera e dal prof. Uri al Convegno di Palermo sul Mezzogiorno e il Me~cato Comune e che sono pub,blicate nella [22] Bibloteca Gino Bianco
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