Nord e Sud - anno V - n. 43 - giugno 1958

di sezioni e di gruppi e di interessi nei Paesi europei sottoporrà le Commissioni e l'Alta Autorità a pressioni di forze intese al perseguimento di fini particolaristici. Ma la lotta politica moderna non può prescindere dalla esistenza dei gruppi di pressione; e nel caso specifico dell'integrazione europea, i gruppi di pressione sono le forze economiche o intellettuali che si organizzano, prendendo conoscenza delle proprie esigenze e cercando di farle valere in sede comunitaria. Ora, a nostro giudizio, questo rischio è minore del pericolo del disinteresse e dell'assenteismo. Gli esecutivi delle Comunità devono poter contare sulla partecipazione della base al processo di integrazione, devono poter sapere che c'è una collaborazione degli interessi periferici nel formulare e nell'elaborare i problemi, che vengono maturando nel corso dell'unificazione. Ed alla base di questo atteggiame11to c'è la fiducia che più l'opinione pubblica e le classi dirigenti si interessano alle questioni, poste dall'integrazione europea, più finiranno con l'aderire al processo e considerarlo indispensabile. Ecco perchè il Convegno della Sicindustria è un test prezioso. In fondo la Sicilia è una delle regioni della Comunità Europea, che ha i problemi di · più difficile soluzione: ma dalla Sicilia è venuta una manifestazione di s1)eranza; gli esponenti dell'Alta Autorità, che si sono recati a Palermo, sanno che la questione meridionale è un vero e proprio banco di prova tlell'integrazione europea. Ma essi hanno voluto affermare, nelle pG\role dell'On. Giacchero, che c'è inscindibilità tra integrazione europea e Schema <li sviluppo, e quindi tra integrazione europea e questione meridionale. Anzi, che il Mezzogiorno, come unica zona depressa della Piccola Europa, può costituire il terreno, su cui si terrà la sfida tra il collettivo sovietico e la democrazia occidentale, poichè nell'era della coesistenza competitiva il Mezzogiorno deve fornire la prova della superiorità degli ordinamenti democratici sul comunismo. L'Occidente deve dimostrare all'U.R.S.S. ed ai comunisti che è possibile trasformare un'area depressa in una moderna società industriale, senza rinunziare al metodo democratico, anzi proprio i11 virtù del metodo democratico. In questo modo il Mezzogiorno, zona depressa d'Italia, si trasforma in terra-pilota dell'Europa e dell'Occidente, come primo settore sperimentale della grande lotta, ingaggiata tra Est ed Ovest per la vittoria del comunismo o della democrazia nei Paesi sottosviluppati di Africa e d'Asia. C'è da augurarsi che il Centro-Studi della Sicindustria sia il primo pas. [9] Bibloteca Gino Bianco

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