b) il mito delle terre incolte « Pericoloso e strano questo mito - osserva il Rossi-D.oria - in un paese come il nostro dove, se un difetto c'è, e c'era anche allora, è che la coltura è stata estesa anche dove assai meglio sarebbe stato ma11tenere saldo il terreno» (29 ). E, invero, da noi non esistono terre incolte come vuole il mito. Si hanno terreni sterili o isteriliti, terreni maltenuti o estensivamente coltivati, terreni saldi a pascolo e a bosco. Se di terre incolte sj vt1ol parlare, bisogna guardare ai seminativi ab,bandonati, fase ultima e non punto di partenza delle quotizzazioni e dei dissodamenti. Ma non a questi hanno mai mirato i governanti, né a quelli estensivamente coltivati del latifondo tipico (com'è da credersi, dato che sono rimasti intoccabili sino ai giorni della Riforma Fondiaria) o del latifondo contadino (il che, dato il fine, sarebbe stato un non senso, anche se allora si fosse posto il problema della rico1nposizione fondiaria); bensì al facile bersaglio delle terre salde (pubbliche), le quali, come ci siamo intrattenuti a mostrare, messe a coltura, erano votate a divenire incolte nel senso letterale della parola. Sicché il mito delle terre incolte, nella sua fallacia, non ha risolto il problema che, accresciuto di peso, ancora ci travaglia, e ha favo rito l'espansione piuttosto che l'eliminazione delle aree incolte. « Ma voler poi tentare la difficile e incerta opera della colonizzazione proprio sulle ' terre incolte ' - cioè in sostanza sulle .poco fertili e assai disperse terre salde di collina e di montagna da un lato e sulle desolate terre da pascolo delle ·pianure, terri:bilmente inospitali allora che il funesto ciclo storico della malaria era ad uno dei suoi dannati vertici - testimoniava, in chi tali proposte affacciava, tale ignoranza e leggerezza da toglier valore e rispettabilità alle _parti che in esse avevano maggior consistenza». Purtroppo << i 'politici', ancora profondamente ignari di questa dura, complessa e resistente realtà » agivano « sotto l'im·pressione delle masse in moto (fosse questo moto l'aperta rivolta, o l'azione organizzativa, o la emigrazione in massa) e seguendo il motivo allora dominante in tutta la Europa che contro il socialismo nelle campagne non vi fosse altra arma efficace·che la diffusione della proprietà coltivatrice>>p, er cui si diedero « a preparar progetti di legge intesi essenzialmente ad allargare la pa·rteci- (29 ) R. Ross1-D0RIA, 1. c., p. 153. [69] Bibloteca Gino Bianco
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