timi coloro che potremmo dire gli esclusi dal possesso della terra, o perchè non invitati al « banchetto demaniale », .o perchè derubati del poco che • avevano ricevuto. Sostanzialmente analoghe le cause dell'esodo per la Calabria (malessere dell'agricoltura, abbandono della terra), per l'A·bruzzo (crisi della pa... storizia transumante a causa della rovina dei pascoli), per la Campania (ingiustizia dei patti agrari, bassi salari), per il Gargano (distruzione dei demani comunali), per la Sicilia (dove << il di1 boscamento e la irrazionale coltura dei terreni impoverivano le terre»). Altre ragioni (malaria, fillossera, mosca olearia) fecero sentire il loro peso; ma è evidente in ogni regione del Mezzogiorno questa spinta all'esod,o rurale provocata dall'esuberanza di braccia e dall'impoverimento dell'agricoltura. L'emigrazione, dunque, procedette ,prima dalla montagna e dalle categorie bracciantili e contadine; e solo in un secondo tempo dalla pianura e dalle città, interessand.o anche altre categorie di lavoratori (artigiani, pesca- , tori). Se la prevalenza delle classi rurali improntò il va'Stofenomeno della emigrazione, la << decorigestione » della campa1 gne che ne seguì è appieno ,,alutabile dalle seguenti cifre, tratte dallo studio dell' Arias, relative al numero di -emigranti che le regioni meridionali fornirono dal 1876 al 1913: Abruzzi e Molise (814.050), Campania (1.420.697), Puglia (360.223), Basilicata (376.330), Calabria (848.346), Sicilia 1.280.180); in totale 5.159.826 proletari, in maggioranza braccianti e contadini, m·olti dei qt1ali - all'incirca 2,9 milioni, secondo il Vochting - non fecero più ritorno. Insieme allo spopolamento delle campagne è da tenere presente il flusso delle 'rimesse', che servì certo a migliorare le condizioni di vita di quanti rimasero. I due fatti, in concomitanza, co11tribuirono a contenere la fame di terra e a rendere sufficienti ·Ie quote che ancora nascevano dalle briciole delle terre pubbliche. Del resto, per dirigere verso queste ultime le aspirazioni dei contadini, ci si servì di un altro inganno: dei braccianti e dei pi1ccoli affittuari, i quali, in genere, voltavano per primi le spalle alla patria. La prop·rieta terriera, anche solo di minuscole proporzioni, là dove era antica e ben consolidata, si dimostrava un forte legame. Prime ad essere abbandonate, specialmente nella Basilicata, h1rono proprietà che, originate da quotizzazioni demaniali recenti, non si erano ancora immedesimate col detentore e forse anche avevano disilluso quest'ultimo per la loro lontanaza e per l'esiguità del prodotto ritrai bile ». [68] Bibloteca Gino Bianco
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