colezza delle quote, infatti, nel particolare ·ambiente fisico ed economico, non ammette insediamento, rotazioni, colture foraggere) stabulazione, letamazioni, sistemazioni idrauliche - nessuno insomma, di quegli accorgimenti che _potrebbero mitigare gli effetti delle caratteristiche ecologiche - per cui è da considerare la causa -prima dell'esaurimento della fertilità. Don Giusti110 lamentava che si assegnassero ai contadini quote << che variano da ottantatrè are a un ettaro e mezzo>>, ma non immaginava che se ne sarebbero assegnate di più piccole. In provincia di Matera, per esem• pio, nel secondo dop·oguerra si sono registrati i seguenti minimi: Calciano, località Bosco, 240 quotisti su ettari 70; località Salicara, 55 quotisti su ettari 12; Salandra, località Conca, 75 q11otisti su ettari 17; località Fonnone, 240 quotisti su ettari 20 (alcuni vi eb,bero quote di ettari 0.04.09 e 0.05.18). Se le quotizzazioni, dunque, non hanno giovato ai tempi di Fortu nato << né all'agricoltura né alle classi bisognose>>, tanto meno ·potranno giovare adesso che, ripartite da tempo la migliori, restano da dividere le terre più povere, le più difficili. E allora perchè vi si insiste? Il p·tocesso non è ancora chiuso e cercheremo, •per metterne in luce il filo conduttore, di scomporlo nelle sue fasi essenziali. . a) la difesa del latifondo Riferisce il Sere11i (18 ) che intorno al 1860 si contavano 4.153.645 proprietari terrieri; << tra il 1860 e il 1900 ci si attenderebbe di vedere la cifra dei proprietari di terre ingrossata di almeno un milione dai beneficiari delle quotizzazioni di be11i ecclesiastici, demaniali ecc. In realtà, invece, jJ numero dei proprietari di terre non solo non- aumenta, ma diminuisce da 4.153.645 nel 1861 a 3.351.498 nel 1881 e a 3.286.691 nel 1901: il numero dei proprietari per mille abitanti cade ancor più rapidamente, da 191 nel 1861 a 118 nel 1881 e a 101 nel 1901. Ed è solo la rovina della proprietà contadina particellare (confermata, d'altronde, da tutte le fonti contemporanee) che può spiegare questa gravissima riduzione del numero dei proprietari, questa rapida centralizzazione della proprietà terriera». La convinzione del Sereni che il numero dei proprietari., dopo tante quotizzazioni, d<?vessecrescere di almeno un milione, nasce dall'esame dei ( 18 ) EMlLio SERENr, << Il capitalismo nelie campagne»~ Torino 1948, p.. 277 ss, [60]· Bibloteca Gino Bianco
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