I programmi particolari, soprattutto se non inseriti in un più generale «piano>), presentano evidentemente incognite spesso di fondo. Nel caso di Napoli, invece, piuttosto che di dubbi si può parlare di certezze, purtroppo negative. Non possiamo qui riprendere il discorso a proposito del famigerato « piano di ricostruzione n della via Marittima; consideriamo invece il piano di «risanamento)) del rione Carità. Napoli ha subito, sul finire dell'ottocento, uno dei più vasti interventi di bonifica edilizia compiuti in Italia: il «Risanamento». Per quanto impossibile ciò appaia, l'insostituibile esperienza di cultura offerta da quest'ultimo è rimasta del tutto avulsa dal contesto delle successive iniziative, chet non hanno saputo giovarsi delle indicazjoni emerse allora. Il « piano particolareggiato» del Rione Carità presenta puntualmente tutte le deficienze e gli aspetti negativi del « Risanamento», a molti anni di distanza: dopo, cioè, che la cultura urbanistica ha raggiunto « approdi» di notevole rilievo critico, soprattutto in rapporto alla problematica dell'ambiente e delle preesistenze urbane, e dopo che la città, per molteplici fenomeni, più ancora che accrescersi dimensionalmente, è passata da una scala ad un'altra e ha introdotto nella propria strutturazione funzionalità ed elementi nuovi, di importanza determinante. Accade, cioè, che il piano venga realizzato oggi che le esigenze strutturali e sovrastrutturali sono profondamente mutate, rispetto a quelle presenti all'epoca della sua definizione: impossibile, in queste circostanze, meravigliarsi dei tentativi, spesso riusciti, di evasione alle norme, i quali, oltre che indice di un diffuso malcostume di egoistico dispregio delle leggi, sono anche una conseguenza della inadeguatezza del piano alle reali, odierne necessità locali. Ciò, come ben si comprende, non fa che sottolineare nuovamente uno degli aspetti più scottanti della pianificazione: l'aspirazione a una norma aperta, capace di adattarsi nel tempo alle variazioni, inevitabili, nella realtà dell'organismo urbano, che è essenzialmente dinamico. Al contrario noi assistiamo oggi al perpetuatisi cli tutta u,na serie di ass,urdità urbanisttiche: 'l'incompetenza - quando non la frode - siede al capezzale dell'organismo urbano malato, e manifesta il proprio inconsulto « attivismo )), coll'introdurre, nelle vecchie cure ormai inadatte, il tocco geniale della improvvisazione: tocco che può essere, di volta in volta, uno sperpero finanziario, come la ripavimentazione di alcune vie di cui non si tenterà nemmeno, in seguito, la m~- nutenzione; o la destinazione a scuola, con costosi adattamenti, di un ossessionante blocco edilizio, malamente ubicato; o infine, appunto, la creazione di un elemento edilizio fuori scala, in un complesso dimensionalmente e funzionalmente inadeguato, e facente parte, per di più, di un intero organismo che ha da tempo superato i limiti di ricettività consentitigli dal pro,prio tipo di strutturazione. I~1 quesito nuovo ambiente architet• tonico, in cui non appare alcunchè di valido, nè sul piano funzionale, nè [34] Bibloteca Gino Bianco
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