Nord e Sud - anno V - n. 41 - aprile 1958

lettori potevano rammentare le alte parole di Adolfo Omodeo, di commento alle pagine dei diari di guerra, raccolti e pubblicati col titolo Momenti dèlla vita di giterra (Laterza, 1934). In questo clima si aggravava anche la impreparazione della nostra classe militare, ferma a concezioni e schemi strategici arretrati, poco edotta di quanto si andava scrivendo di tecnica militare, fuori dai nostri confini, specie in relazione all'impiego di nuove armi rivoluzionatrici, come quella aerea e i carri armati. . Parlare della guerra quindi in termini critici, per ristabilire certe verità, senza indulgenze per le suggestioni nazionalistiche e i luoghi comuni della retorica sciovinistica, era un dovere per la stampa democratica, per gli innumerevoli giornali che hanno invece raccolto memorie defensionali di certi capi militari o documentari fotografici con didascalie superficiali, e insufficienti a illuminare l'opinione pubblica. Eccezioni, come vedremo oltre, non sono mancate, ma sono state molto rare. Nel 1957 sono stati pubblicati, sui settimanali Gente ed Epoca, due ampi documentari fotografici sulla II Guerra mondiale. Di essi parleremo anzitutto perchè rappresentano, negli ultimi anni almeno, i più esaurienti tentativi di rievocazione delle vicende belliche; e soprattutto perchè rispecchiano due modi opposti di giudicare la recente storia del nostro Paese. Gente è il nuovo rotocalco di Edilio Rusconi: chi conosce le vicende giornalistiche di quest'ultimo non fa grande sforzo ad immaginare il carattere della sua nuova rivista, la quale infatti si affianca ad Oggi nel rappresentare gli ideali _di una borghesia pigra e retorica, nazionalista e poco convinta della efficacia della democrazia. L'intonazione conservatrice, e nostalgica, è trasparente in ogni angolo della rivista; la rievocazione della seconda Guerra Mondiale non ne è rimasta immune. La prin1a impressione che si ha sfogliando le pagine illustrate di Gente, e leggendo le didascalie di ogni foto di guerra, è quella dell'assenza di un giudizio morale e storico sugli avvenimenti ricordati: la guerra è una successione di fatti al di sopra del Bene e del Male; le parti in conflitto non sono, prima ancora che degli uomini in uniforme, dei sistemi politici e sociali in contrasto per la natura delle loro ideologie· e dei loro interessi. Se si riflette, tuttavia, si .avverte la presenza di un criterio di valutazione che non lascia dubbi circa la sua natura reazionaria: è quello riassunto e reso famoso dalle parole di un editoriale di Rusconi su Oggi di alcuni anni or sono: « onorare i valorosi di ogni parte, ignorando gli iniqui di ogni parte ». È l'atteggiamento proprio di chi non condanna in blocco il fascismo, di chi considera la Resistenza un fatto di « comunisti »~ di chi è disposto a tollerare gli jdeali democratici solo in quanto servono a rinforzare l'argine contro il comunismo. Il sostanziale fondo antidemocratico e reazionario di questa men- [38] Bibloteca Gino Bianco

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