che è stato preferito, « Dio Padre >>, ci sembra esser quella che potrebbe convenire anche ad una Missione protestante. E' un tema religioso essenziale, che può sembrar persino banale: ma è quello che probabilmente consente meglio di ogni altro di parlare ad un vasto uditorio, di rifarsi immediatamente alla predicazione evangelica, e quindi di appellarsi ad una religiosità generica più che a un consapevole orientamento cattolico. Una scelta abile, senza dubbio, la quale parte da una valutazione realistica delle condizioni psicologiche dei più. C'è stata, a questo riguardo, una battuta piuttosto amara dell'arcivescovo: « I nostri clienti abituali, avvezzi alla luce crepuscolare della devozione consueta, spesso sono meno impressionabili a questi problemi essenziali della vita religiosa >>;b~ttuta che fa pensare, tra l'altro, a certe resistenze interne, di sacerdoti e laici, le cui preferenze sarebbero andate sicuramente a temi più «moderni>>, cioè più da Controriforma. Un riconoscimento, forse imbarazzante, è venuto dai valdesi di Milano, che hanno osservato con soddisfazione come la Chiesa, con la Missione, sembrasse voler ritornare alla predicazione dei grandi temi biblici. E' stato un tema, poi, che si prestava a un tono discorsivo, di affermazione sicura, ma anche pacata. Sul tono della predicazione mons. Montini ha insistito con ripetuti richiami: « Ricordo Missioni predicate nell'Italia . meridionale, con apparizioni di crocifissi illuminati, con spegnimento di candele, con voci che vengono da qualche parte nascosta, così da suscitare impressioni sensibili, conturbanti. Non dovrebbe essere questo il nostro modo... Credo che il tono cordiale, colorito sì, ma piano, starei per dire quello d'un bravo maestro a scuola, sia quello più confacente>>. L'enfasi e la retorica, d'altronde, sono sempre rientrate nello schema della Missione parrocchiale, cioè << l'enunciato di fortissime verità religiose e morali, che devono produrre quasi uno choc spirituale sull'uditore, il qu;le corre a prostrarsi pentito davanti al confessore, dopo venti o trent'anni che non faceva la Pasqua, e si converte ... ». I tempi sono cambiati; e poi Milano è un ambiente di cui non vanno sottovalutate le difficoltà, in cui sono vive certe tradizioni che hanno riflessi importanti nei confronti della Chiesa: « Milano è stata la patria ·del liberalismo italiano, di quello teorico specialmente, vale a dire agnostico, indifferente, diffidente di tutto ciò che è ecclesiastico e religioso. Esso invàde la categoria delle persone relativamente [18] Bibloteca Gino Bianco
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