dati., nè antichi, nè recenti; ma possiamo dire che non si è avuto recentemente alcun incremento considerevole. Siamo infatti di fronte ad una economia agricola che si trova in fase di ristagno, dopo aver raggiunto un certo livello di produzione; non si può dunque parlare di riflessi negativi e determ\inanti sulle condizioni materiali della popolazione. La produzione agricola, per quanto limitata, non è però interamente assorbita dal consumo interno: vi sono anche esportazioni di ortaggi e primizie verso alcuni paesi vicini, specialmente verso Sapri. Oltre l'agricoltura, che assorbe parte della popolazione, è l'industria, in gran parte quella edilizia, ad occupare un numero considerevole di lavoratori (769 sono quelli iscritti all'Ufficio ,di Collocamento), dei quali un centinaio qualificati (muratori e metalmeccanici). L'offerta di lavoro, però, non è tale da garantire la piena occupazione, sicchè la disoccupazione permane allo stato cronico, anche se limitata. Gli artigiani, in numero di 60 (sono compresi anche gli addetti ai trasporti), vivono in condizioni precarie. Solo i falegnami lavorano con una certa continuità: la produzione (mobili e infissi) è destinata ai paesi vicini, oltre che ai consumi locali. Gli altri artigiani (calzolai, sarti, ecc.) non sono riusciti a trovare una buona sistemazione, soprattutto perchè molti - e non solo i notabili dai << gusti raffinati » - preferiscono fare i loro acquisti a Sa.pri, a Salerno e a Napoli. Il commercio è nelle mani di piccoli proprietari locali, ed il volume degli affari è basso; in questi ultimi mesi la creazione di nuovi e moderni negozi, impiantati nei pressi del lanificio, per venire incontro alle necessità delle famiglie di alcuni tecnici ed operai, hanno in parte danneggiato i commercianti locali. Solo due negozi presentano un volume costante di affari; essi smerciano prodotti d'ogni genere. Una iniziativa, in questo campo, che va ricordata, è quella di un tale Antonio Cernicchiaro. E·migrato in Colombia e ritornato nel 1949, con una ,discreta fortuna (circa 80 milioni), impiantò una vera e propria casa commerciale. Oltre la sede di 1'1aratea, ve n'erano numerose altre in tutta la zona del golfo di Policastro e nei paesi dell'interno; fornivano macchine elettrodomestiche, apparecchi radio, macchine da cucire ed ogni altro genere di articoli. Purtroppo questa iniziativa, che sembrava promettere risultati considerevoli, si è conclusa poi con un fallimento, dovuto soprattutto alla cattiva organizzazione. [102] Bibloteca Gino Bianco
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