Nord e Sud - anno V - n. 38 - gennaio 1958

esclusi a priori. Ma a nostro giudizio questa obiezione non ha alcun fondamento concreto: in effetti che cosa era che mutava tra la legge elettorale del '46 e quella del '48 e tra quest'ultima e la legge elettorale del '53? In apparenza un piccolo particolare tecnico: il coefficiente che serviva a ripartire i seggi in sede circoscrizionale. A bet1 guardare alle cose, però, il piccolo particolare tecnico poteva avere conseguenze politiche gravi: quale quella, ad esempio, di dare alla D.C. la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento quando essa non aveva raggiunto la maggioranza assoluta dei suffragi (1948); e comunque di avvantaggiare i grandi partiti, democristiano e comun,ista, a scapito delle minori f ormazioni. Così l'elettore ha visto in qualche modo falsata la indicazione eh' egli aveva data nel segreto dell'urna, ha visto a volte sottorappresentata la forza politica in cui egli aveva avuto fiducia. Noi ci rendiamo co1zto perfettamente del fatto che una legge elettorale non può per definizione essere uno strumento perfetto e clie traduca perfettamente in termini di aritmetica parlamentare l'aritmetica dei suffragi ( il collegio u11ico nazionale, che è il solo strumento che assicurerebbe una tale traduzione} ha incorivenienti assai più grandi dei suoi pregi); e sappiamo altre sì che una legge elettorale è soggetta all'usura dei muta1nenti che intervengono in una società. Ma proprio perché, come si diceva dianzi, il suffragio è, per disposizione costituzionale, universale diretto e segreto, dal 1120mento che non v-'è nessuno che pensi a restringere il suffragio ( e chi lo pensasse sarebbe da mettere in un matiicomio piuttosto che in prigione!), le modifiche che si potranno rendere tiecessarie nel corso di più decenni sarebbero minime. Nulla si oppo11e, dunque, al fatto che u1ia volta studiata una legge elettorale che norJ danneggi nessuno la si tenga in vigore per più decenni. Si risparmierebbe così ai parlamet1tari e ai cittadini l'umiliazione di .un Parlamento che ogni cinque a1i1zi discute ed approva una legge elettorale diversa dalla precedente, sia pure per piccoli particolari tecnici che poi alla prova dei fatti si rivelano però gravidi di conseguenze politiche. Si pensi, ad esempio, allo scrupolo che gli inglesi hanno sempre mostratn in siffatta materia, alla prtJdenza con cui essi hanno· ristudiati e modifi-- cati i tagli delle loro circoscrizioni elettorali ( che, dato il sistema co11 cui si vota in Ingliilterra, è il proble1na fondamentale); si pensi alla prova di riserbo data dai laburisti, i quali nel periodo in cui furono al go verti o [4] BiblotecaGino Bianco

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