Nord e Sud - anno IV - n. 37 - dicembre 1957

cioè su .un piano inte~comunale, ed evitando così di lasciar ·tutto sommergere dagli sproloqui di circostanza ?ei deputati e dei funzionari delle burocrazie centrali di partito. Si è avuto, infatti, lo spettacolo piuttosto insolito di comunisti costretti, almeno entro certi limiti, ad affrontare con senso di responsabilità problemi precisi e circoscritti; e si è ayuto qualche buon intervent0 s·ocialista, sopratutto da parte di sindacalisti. Si sono anche sentiti, purtroppo, alcune delle solite requisitorie universali, frasi fatte, descrizioni a forti tinte, appelli tribunizi, ma, a conti fatti, in misura assai più discreta che nelle ordinarie manifestazioni di partito . . Per quanto riguarda il metodo non c'è, pertanto, nulla da ridire. Quanto alla sostanza, ci sono molte osservazioni da fare. Non v'è dubbio che il riconoscimento del diritto degli immigrati alla parità di trattamento con i cittadini originari è un fatto che presenta, per la sede da cui parte, e al di là dell'eventuale utilità propagandistica, un significato altamente positivo. La reazione di una qualsiasi popolazione, che abbia raggiun- . to un certo grado di benessere, alla prospettiva di far posto a masse di persone quasi sempre p.rofessionalmente non qualificate, e di metter così in pericolo il proprio livello di vita, ben raramente è di benevolenza e solidarietà: che forze politiche esprimenti l'orientamento di maggioranza in una zona come l'Alto Milanese abbiano preso ufficialmente la posizione di cui si è detto, è un avvenimento, vi siano o non vi siano dietro riserve mentali, obiettivamente significativo e importante. Il quadro che emerge dalle relazioni e dagli interventi di Limbiate fornisce l'ennesima riprova dell'assurdità delle leggi fasciste contro l'urbanesimo, che per quanto aggirate mille volte al gior11·0in ogni parte del Paese non cessano di produrre tutto ciò che di deleterio è ancora in loro potere produrre. L'immigrato, nella più parte dei casi, non può iscriversi all'ufficio di collocamento, e quindi inserirsi nel normale mercato del lavoro, perchè è privo di residenza, e di una regolare abitazione; e la residenza non la può ottenere che dimostrand·o di avere una regolare occupazione. È un circolo vizioso che sta alla radice di molti dei più gravi problemi denunciati daj sindaci e dai sindacalisti. Ben vengano dunque le azioni sindacali preannunziate nel successivo convegno di Cesano, e cioè riunioni con gli immigrati per spiegar loro quali siano i diritti sindacali di cui debbono pretendere il rispetto, e sistematica denuncia di ogni illegalità commessa dal padronato. È perciò evidente che sino a che non verranno formalmente abrogate le leggi feudali contro le migrazioni interne, ogni azione di questo tipo avrà un'efficacia limitata. Al convegno di Limbiate si è avuta anche una discussione particolarmente viva tra coloro che soste11gono essere l'immigrazione effetto della miseria cronica delle aree depresse, e coloro che l'attribuiscono al desiderio di migliorare le proprie condizioni, di inserirsi positivamente in un quadro di [71] BiblotecaGino Bianco

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