Le contraddizioni del neofrontismo di Giovanni Cervigni Fabrizio Onofri sul Mondo ed Eugenio Reale su Corrispondenza Socialista hanno recentemente mosso al PSI critiche severe. L'uno, Fabrizio O·nofri, ha messo in rilievo come non si possa « creare una nuova direzione del movimento operaio, senza contendere tenacemente i lavoratori alla vecchia direzione>>, senza << affrontare tra le masse operaie e lavoratrici una lotta aperta verso tutti coloro... che tentano di mantenere su posizioni arretrate e dannose tanta parte delle stesse masse lavoratrici>>, e cioè senza affrontare una lotta aperta coi comunisti. Corrispondenza Socialista, a sua volta, de11unzia quel « complesso di inferiorità» nei confronti dei comunisti da cui il PSI « non riesce a liberarsi >>e a causa del quale « spesso i dirigenti socialisti finiscono col perdere di vista i veri interessi della classe operaia; i quali non trovano più espressione nella immobile politica del patto d'azione che, sciolto ufficialmente, continua ancora ad essere operante per i filocomunisti del partito di Nenni». Queste critiche ci trovano pienamente consenzienti. Già un editoriale di Nord e Sud (n. 32) ebbe a rilevare il modo alquanto strano, « di stupefacente rinunzia ad ogni serio discorso politico», con cui l'Avanti! quasi si rammaricava del fatto che in Sardeg11a,alle elezioni regionali, voti comunisti fossero emigrati verso la sponda socialista. È ora altrettanto strano il fatto che l'Avanti!, in occasione del recente Comitato Centrale del PCI, non abbia reagito in termini politicamente adeguati alle sollecitazioni, ed ai rimproveri, che quel Comitato aveva indirizzato ai « compagni socialisti», sia pure sotto le consuete forme dell'appello alla «unità» o delle recriminazioni per l'allentamento dei vincoli frontisti. ~embra anzi che l'Avanti! si stupisca del fatto ·che si possa mettere in dubbio la fedeltà socialista agli impegni << unitari » ; che sono poi i vincoli frontisti, [7J Bibloteca Gino Bianco
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