dia napoletana (S. Ferdinando 7,9 per mille; Vomero 8,9) ed anche alla media italiana, mentre è superiore a S. Giovanni ~ Teduccio, a S. Lorenzo, a Secondigliano (rispettivamente 11,9,12,4 e 13,1). 4. - Emigrazione ed immigrazione. - Il movimento di immigrazione toccò a Napoli la sua più alta punta intorno agli anni '37 e '38; quello di emigrazione negli anni '38 e '39: da allora il movimento demografico sociale è andato progressivamente diminuendo di velocità. L'emigrazione si è assestata negli anni più recenti intorno all'll per mille; l'immigrazione è invece intorno al 14 per mille ed è soggetta comunque a maggiore fluttuazione. Vi è comunque fra i due fenomeni un certo equilibrio. Un certo equilibrio si nota del resto anche per altri aspetti del f eno- . . meno m1grator10. TAVOLA 4. - Movimento demografico sociale dal 1946 al 1956 Anno Immi gt az,:one Emigr,izi·one · Numero %o Numero %o· 1946 17.956 18,71 18.243 19,01 1947 17.531 17,92 15.233 15,57 1948 16.378 16,45 12.552 12,61 1949 13.851 13,56 12.160 11,91 1950 12.570 12,12 12.300 11,86 1951 10.802 10,51 12.450 12,11 1952 7.157 6,92 11.971 11,58 1953 12.882 19,29 10.155 9,69 1954 13.559 12,72 11.201 10,51 I 1955 14.866 13,6 12.532 11,5 1956 17.038 15,4 12.800 11,5 Osservando le professioni degli emigrati e degli immigrati, notiamo che i due f!ussi presentano componenti pressochè uguali, di modo che la struttura sociale napoletana non ne viene gran che alterata. Prendendo in esame, ad esempio, l'anno 1954, troviamo un numero pressochè uguale di operai - 2.063 e 2.401- tra gli immigrati e fr,a gli emigrati, di agricoltori -· 145 contro 121-, di industriali e commercianti - 263 contro 241 -. Solo la mano d'opera non qualificata segna una netta eccedenza di [89] Bibloteca Gino Bianco
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