ta, non intende affatto eludere o accantonare i cosiddetti problemi di fondo (la vita, la morte, l'immobilità, la trascendenza, l'immanenza e così via) nè tanto• meno considerarli senza nesso o coerenza. In questo senso, se noi stessi abbiamo descritto una parabola di pensiero che da un assoluto storicismo può e deve con• durre a un'assoluta metodologia, non esi• teremmo affatto oggi a continuare nella descrizione spingendoci oltre gli equivocj - setnpre possibili - del metodo, addi. rittura verso il sistema: operazione resa forse necessaria da certo corrente indiff e. rentismo etico-metodologico di stampo neopositivistico. Del resto, una filosofia si prova valida nella discussione e nel contrasto: ignorare gli avversari e i loro strumenti di offesa senza preoccuparsi di apprestare adeguati mezzi di difesa, è il modo consueto della paura. La simpatia che ispirano gli scritti del Ragghianti ha probabilmente le sue radici nella capacità di non aver paura del nuovo, che il critico toscano possiede in misura eminente, oltre che nella serietà e profondità con cui egli riesce ad impossessarsi delle dottrine meno prossime a quella in cui crede, prima di discuterle o confutarle. Tipico a questo proposito ci è sembrato uno scorcio della propria formazione mentale, che il Ragghianti ci offre in un punto (p. 116), in cui, dopo aver lamentato la mancanza di una storia del positivismo e soprattutto di una storia della cultura positivistica, che avrebbero potuto darci proprio coloro che avevano dimostrato l'insufficienza delle posizioni po· sitivistiche, accenna alle proprie esperien · ze giovanili di letture da filosofi del materialismo come Moleschoot e Biichner, da cui venne distolto ad opera di più maturi e scaltriti condiscepoli che lo indussero a leggere Kant e i postkantiani. A Ragghianti giovò il consiglio, che gli permise di elevarsi agevolmente oltre ie antiquate dottrine del materialismo, ma egli pensa giustamente che i suoi giovanili consiglieri avrebbero guadagnato qualche cosa se avessero percorso un itenerario non dissimile dal suo: « se, cioè. anche coloro che indubbiamente si tro· vavano a condividere uno stadio ulteriore e più progredito di maturità filosofica e di strumentazione intellettuale, avessero compiuto il superamento traversando anche i precedenti storici, in questo caso il materialismo ». Per suo conto il Rag ghianti ha fatto tesoro di quelle esperienze, come è dimostrato dal pacato vigore con cui riesce a combattere certi odierni ricorsi di atteggiamenti mentali, divenuti di moda probabilmente anche per la scarsa conoscenza che quanti oggi se ne lasciano sedurre avevano dei loro prece denti storici; ma anche da certe spregiudicate notazioni sulle origini dello storicismo crociano, del quale troppo spesso si pone in ombra l'ambiente positivistico in cui maturò. Farà, per esempio, un certo effetto questa osservazione-i potesi suila probabile forza suggestiva che ebbero sul Croce le dottrine del Moleschott: <<••• quando ricordo che nella lettera a Liebig di Moleschott l'identità di forza e materia, come deduzione dall'hegeliano spirito asso!uto, è anche espressa come Kreislauf des Lebens, come circolare della vita, e cioè anche quale risposta alla metafisica, non posso sottrarmi alla domanda se la circolarità spirituale nelle distinte [127] Bibloteca Gino Bianco ,,
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